“VOGLIAMO TUTTI”. LEADERSHIP, NUOVI MEDIA E OPINIONE PUBBLICA

Perugia, 16 aprile 2015 – Ibridazione e disintermediazione.
Sono questi i concetti cardine attorno ai quali è gravitato l'incontro di questa mattina nella sala Priori dell'Hotel Brufani.
Ad approfondire il dibattito sono intervenute tre importanti personalità legate al contesto dell'informazione: Sara Bentivegna, docente di Comunicazione Politica presso La Sapienza di Roma; Fabio Bordignon, docente di Metodologia della ricerca sociale e politica all’Università di Urbino Carlo Bo, coordinatore delle attività di ricerca dell'Osservatorio elettorale del Laboratorio di Studi Politici e Sociali e ricercatore presso l'istituto DemosΠ Marco Bracconi, caposervizio al desk di Repubblica.it, e coordinatore del blog “Politicas Pop” sul sito della testata.
Nel corso dell'incontro è stato delineato un profilo evolutivo del ruolo assunto dall'informazione mediatica negli ultimi venti anni di politica italiana. E' stato in particolar modo esaminato il processo di transizione da un sistema politico tradizionale ad uno basato su una più attiva e diretta partecipazione dell'opinione pubblica.
Tale fenomeno è stato favorito dall'avvento dei social media, in particolar modo Twitter, i quali hanno favorito, per l'appunto, l'ibridazione mediatica, ossia un radicale mutamento dei tempi, degli spazi e dei modi d'intervento dei cittadini nel contesto istituzionale del Paese, ma anche delle modalità con cui i soggetti politici si presentano e dialogano con il proprio elettorato.
L'evoluzione tecnologica nell'era 2.0 ha fatto sì che alla personalizzazione, ossia ad un incremento del ruolo della leadership all'interno dei partiti, corrisponda una nuova concezione di informazione on-line, basata sull'interattività da parte del fruitore e sul controllo in tempo reale dei contenuti. Circostanze, queste, che hanno favorito ed accentuato il fenomeno di disintermediazione.
Quest'ultimo termine va ad indicare quel processo secondo cui, nel corso degli ultimi anni, la funzione dei soggetti intermedi fra il politico, l'istituzione ed il cittadino (ad esempio il partito politico) è stata man mano svuotata della propria importanza.
In realtà la rete mediatica 2.0 ha offerto terreno fertile per il definitivo sviluppo di fenomeni già presenti da tempo ed identificabili, ad esempio, nell'utilizzo dei sondaggi elettorali da parte non solo di Istituti specializzati, ma anche da qualsiasi organo di informazione giornalistica.
Nel corso dell'intervento è stato fatto riferimento ad alcuni soggetti politici che si sono affacciati sulla scena istituzionale negli ultimi venti anni di Repubblica: a partire da Berlusconi e Forza Italia, fino al Movimento 5 Stelle e Salvini, la modalità del “fare politica” ha saputo sfruttare sempre più il potere dei mass media e, in seguito, anche dei social network, facilitando l'accesso del cittadino ad una partecipazione (nonché contestazione) sempre più attiva riguardo le decisioni politiche dei rappresentati istituzionali.
La discussione è infine approdata ad un ultimo quesito, che in un certo qual modo ha voluto ricondurre al punto di partenza il tema dell'incontro. Ci si è infatti posti il dubbio, che il “vogliamo tutti” (ossia l'ampliamento e l'incremento della partecipazione popolare alla vita politica tramite i social media) non sia in realtà un “non vogliamo nessuno”: è possibile infatti che il fenomeno di disintermediaizione produca, parallelamente, anche la disintegrazione e lo sfaldamento del ruolo attivo del cittadino.
La Bentivegna ha infine presentato il proprio ultimo volume, "A colpi di tweet. La politica in prima persona", edito da Il Mulino, nel quale viene approfondito il ruolo assunto da Twitter e dai tweet nella narrazione politica del Paese all'epoca dei social media.

FRANCESCA MASCIOLI