Mercoledi 30 Aprile, 16.30-18.00
Speakers:
Riccardo Nuri, portavoce Amnesty International Italia, coordinatore evento;
Alessandra Barberini, autrice “la vita ti sia lieve”, avvocato civilista specializzata in diritti umani;
Raffella Cosentino, giornalista specializzata nello sfruttamento dei migranti;
Gianluca Martelliano, giornalista, filiere agroalimentari documentando i viaggi dei prodotti.
Riccardu Nuri esprime solidarietà per Patrizia Moretti, madre del defunto Federico Aldovrandi, mettendo in luce come i diritti umani possano essere violati anche dopo la morte.
Il tema della violazione dei diritti umani dei migranti è un tema globale e sfaccettato. Amnesty ha recentemente esposto casi di sfruttamento nel Qatar (uomini impiegati nelle infrastrutture campionati 2020, e housemaids), in Indonesia (Donne indonesianesfruttate come cameriere ad Hong Kong), ma anche in Italia.
Martelliano parla di due viaggi: quello degli esseri umani e quello dei prezzi, meno visibile, ma ugualmente lungo e tortuoso. Nella cosiddetta filiera produttiva, il prezzo iniziale pagato al produttore è celato al consumatore. Marketing, packaging, trasporto, e vari intermediari concorrono alla definizione prezzo finale. Tra questi, i grandi distributori (Auchan, Coop, Carrefour e altri) hanno maggior peso. Pertanto, quando confrontati con la realtà dello sfruttamento nei campi, si dicono ignoranti e declinano ogni responsabilità- ma (cit.) “pagare pochi centesimi per un chilo di arance cela necessariamente delle pressioni sul produttore, di cui i compratori non possono essere inconsapevoli”.
Il secondo viaggio, quello degli esseri umani, soffre spesso di tipizzazione ad opera dei media: il gommone non è l’unica via. Spesso, associazioni a delinquere transnazionali vendono pacchetti viaggio (trasporto, permesso, contratto di lavoro) all’apparenza completamente legali. Tutto ciò é sfatato al porto di arrivo in Italia, dove inizia la catena di caporalato. Il contratto non esiste, come nemmeno il lavoro promesso. Il risultato è la trasformazione di migranti vittime di frode in fuori legge da rimandare a casa.
Raffella Cosentino parla di un vero e proprio sistema produttivo dello sfruttamento: l’economia italiana si basa sul lavoro nero e sul sommerso, le leggi come la Bossi-Fini privano la massa di migranti “irregolari” di ogni diritto, ed avere lo spauracchio del CIE (centri di “detenzione amministrativa”), è una minaccia implicita che li dissuade dal far loro reclamare giustizia. Ogni diniego di asilo politico è un potenziale sfruttato in più- il sistema legislativo funziona in un determinato modo. Perché scoppiano le rivolte, come quella di Rosarno? Perché chi è nel CIE ha un percorso migratorio fallito- un “ergastolo bianco” senza fine. Nei media viene rappresentato unicamente il fatto di cronaca violento, utile a creare un nemico pericoloso, un capro espiatorio. Mentre vengono celate le frustrazioni di chi si scontra con un sistema senza vie d’uscita. Morale: l’equo e solidale va fatto in Italia.
Alessandra Barberini sfata il mito della “coperta corta”- ovvero che i diritti, in tempo di crisi, sono pochi, e che gli Italiani vengono prima. La scienza giuridica é una scienza esatta, non é buonismo, e stabilisce che i diritti umani sono di tutti- o di nessuno. Il diritto alla salute, all’educazione, ed al culto non sono “competitivi”, anzi: la loro estensione ai soggetti marginali può solo beneficiare la società intera. Inoltre, un’altra bufala demagogica dev’essere sfatata: il costo del regime corrente comparato al costo dell’estensione dei diritti. Nel 2014 verranno spesi 205 milioni per i CIE: per la detenzione di soggetti il cui unico reato consiste nell’essersi visto negare un pezzo di carta.
Il rimpatrio previsto dal reato di clandestinità costa 40000€ a persona, mentre il permesso di soggiorno costa 200€, pagati dal richiedente. Il bilancio economico del 7,4% di stranieri presenti sul suolo italiano (di cui 1,5 milioni sono cittadini EU) é sempre positivo, e ammonta a circa 1,5 miliardi. E le tasse le pagano per forza, poiché ne dipende il loro permesso di soggiorno. La mala informazione fa si che italiani di ogni età si sentano invasi da orde di stranieri che rubano loro il lavoro e pesano sulle loro tasche- ma i dati dimostrano il contrario. Bisogna metter fine ad un sistema di sfruttamento che vede colpevoli la criminalità organizzata, gli architetti di tale sistema, ovvero i legislatori, ed i media che invece di esporre queste realtà sguazzano nel populismo a tinte razziste.
Paola Tamma