L'appello del vice-direttore di Novaya Gazeta: ”Colleghi europei aiutateci, raccontate quello che accade in Russia”
Si può essere giornalisti in trincea in un paese non sconvolto da guerre e “grande amico” di democrazie occidentali come l'Italia? La risposta è si se il paese in questione è la Russia. A parlare sono i terrificanti numeri di 19 giornalisti uccisi dal 2000 ad oggi, 52 dal 1992 ed una 121° posizione nella classifica della libertà di stampa di Reporters sans frontières. Un quadro drammatico per un paese che ha stretti rapporti politici ed economici con i paesi europei che proprio per questo latitano nel prendere posizione sull'assoluta mancanza di libertà di stampa, costantemente minata dal governo di Putin prima e Medvedev adesso. Al Festival il tema non poteva mancare, dopo il documentario su Anna Politskovkaja di giovedì sera, venerdì pomeriggio c'è stata la sessione con due ospiti testimoni diretti: Vitaly Yaroshevski, vice direttore dell'indipendente periodico russo Novaya Gazeta, e Lidija Yusupova, giornalista dell'associazione umanitaria russa Memorial. Accompagnati da due giornalisti italiani Andrea Riscassi del Tgr Rai Lombardia e Marcello Greco del Tg3.
Nel viaggio attraverso la realtà russa fatta dalla totale assenza di libertà d'informazione, di giornalisti impunemente uccisi in pieno giorno, di indagini insabbiate, di aree del paese vietate alla stampa e di un governo partecipe di tutto ciò, imbarazzante è stato raccontare il ruolo, o meglio il mancato ruolo, che ha l'Europa in tutto questo. Andrea Riscassi, che oltre all'attività giornalistica è anche impegnato in prima persona con l'associazione umanitaria Anna Viva attiva in tutto l'est europa, parla delle responsabilità indirette della politica e dell'industria italiana. “Certamente non ci sono responsabilità dirette, ma c'è da considerare il rapporto che Berlusconi ha con Putin. Ma anche quando c'era il centro sinistra al governo non c'era nulla di differente”. Si parla di politica intrecciata con l'economia e del ruolo strategico che ha la Russia nel sistema energetico europeo e quindi anche Italiano, su tutto l'importazione del gas.
“Gli accordi economici conclusi nel governo Prodi sono proseguiti nel governo Berlusconi. -continua Riscassi - ci sono affari che vanno fatti ma trattare questi paesi come fossero democratici, questo no. Gli amici russi chiedono quanto meno di non far finta che la Russia sia un paese democratico”. Ed è esattamente quanto ha chiesto il vice-direttore di Novaya Gazeta parlando di come possa essere aiutata la loro attività di giornalismo indipendente dall'estero:”Tanti colleghi europei ci chiedono come possono aiutarci, io dico sempre che il più grande problema per i nostri governanti potete essere voi giornalisti perché il fatto che voi possiate scrivere quello che accade in russia li fa rabbrividire. I leader russi ci tengono all'immagine all'estero perchè hanno contratti economici importanti. Quando vengono in Italia per stringere accordi o per motivi politici chiedetegli della situazione in Russia e delle indagini su Anna Politskovkaja. È il modo migliore per aiutarci”.
Luca Borghini