Perugia,14 aprile - Ore 10, teatro Pavone, tanti ragazzi curiosi di conoscere questa storia e pronti a diffonderla. Il triste racconto parla della breve vita di Federico, studente diciottenne ferrarese, ucciso da 4 poliziotti incapaci di gestire una situazione di routine lavorativa.
Una storia che di leggero non ha nulla. L'omicidio di un 18enne con la sentenza di soli 3 anni e 6 mesi ai 4 agenti della Polizia che il 25 settembre 2005 massacrarono il giovane in via dell'Ippodromo. Una storia sbagliata fin dall’inizio, venuta a galla grazie a Patrizia, la madre di Federico, che ha aperto un blog per far conoscere a tutti l’accaduto. I 4 condannati, grazie all’indulto però non hanno scontato neanche un giorno dietro le sbarre e non sono nemmeno stati radiati dalla Polizia.
Un caso, quello di Federico, tenuto aperto dalla tenacia di una famiglia che non si è accontentata della versione iniziale di una morte per droga e ha lottato per far partire le indagini. Troppe anomalie che permettono persino di aprire un’inchiesta bis per falso e abuso. L’iscrizione nel registro degli indagati dei quattro agenti è arrivata solo nel marzo 2006. Il pm Proto avvia le indagini. Il processo è iniziato nell’ottobre 2007, due anni dopo la tragedia.
Questo ragazzo è stato ucciso due volte, la prima in via Ippodromo, la seconda dopo aver compreso che la sua uccisione era stata coperta, che chi era a conoscenza del fatto taceva e chi ha commesso l’ignobile fatto ancora lavoro.
Oggi però, grazie al film-documentario di Filippo Vendemmiati, possiamo dire che Federico sorriderà per sempre. Tutti potranno finalmente conoscere davvero come sono andate le cose quella notte del 25 settembre 2005.
“Quando ho deciso di produrre il documentario” racconta il regista, vincitore, grazie alla sua produzione, del David 2011 “avevo davvero capito che era arrivato il momento di fermarsi, di riavvolgere i nastri e rileggere gli appunti. La storia di Federico era l’unica notizia vera che valeva la pena di raccontare, e così ho fatto”.
Mentre era sul palco ha anche affermato “E’ raro che noi giornalisti mettiamo da parte una notizia, riusciamo raramente a dar spazio a storie vere che hanno bisogno di luce, di giustizia come quella di Federico” prosegue “dovrebbe esser fatto più spesso, questo è il nostro compito”.
I ragazzi presenti alla proiezione del documentario al Pavone escono perplessi, “giustizia fatta sicuramente” afferma una ragazza “ma perché questi poliziotti assassini lavorano ancora?”
E questa sarà la domanda che tutti, credo, continueranno a porsi.
Annadriana Cariani