Economia e nuovi media

L'economia spiegata dai media indipendenti. Limiti e potenzialità dell'informazione ai tempi della crisi

Una cooperativa di giornalisti e di esperti in grado di giocare un ruolo fondamentale nello scenario dell'informazione economico finanziaria francese. È questa la storia di Alternatives Economiques. Philippe Frémeaux, professore di giornalismo alla Sorbona di Parigi e direttore, per venticinque anni della rivista, l'ha raccontata oggi al Festival del Giornalismo di Perugia, nel primo pomeriggio presso il Centro Servizi Alessi. Ha moderato l'incontro Pietro Raitano, direttore di altraeconomia, rivista economica d'informazione indipendente. Sono intervenuti Roberta Carlini, giornalista e scrittrice, e il blogger Andrea Boda.
I relatori si sono interrogati su quanto e come l'informazione economica indipendente abbia saputo raccontare e, molte volte anche anticipare, i temi della crisi internazionale.
Alternatives Economiques nasce in Francia nel 1988. All'epoca l'idea era quella di far conoscere al grande pubblico i temi economici per dare a tutti la possibilità di costruirsi un'idea indipendente e autonoma per comprendere e partecipare attivamente alla formazione dei processi decisionali adottati dalla politica. “Diverse idee - dice Frémeaux - diverse alternative. Proprio quello che manca oggi. È indispensabile, per il grande pubblico, che i media che si occupino di finanza riescano a spiegare fatti complicati a tutti per una vera e propria democrazia dell'economia”. Alternatives Economiques ha cercato di affermare questa esigenza sin dalla sua nascita, in maniera del tutto indipendente, svincolata da quelli che oggi chiameremmo i “poteri forti”. Il giornale è controllato da una cooperativa che applica un principio economico basilare: “spendiamo – continua Frémeaux - meno di quello che guadagniamo”. Il giornale ha guadagnato consensi e credibilità durante gli ultimi anni proprio perché è stato in grado di spiegare e di anticipare, in maniera accessibile, le ragioni della crisi a tutte le tipologie di lettori. Non solo ai risparmiatori o agli industriali.
E in Italia cosa succede? Roberta Carlini, in sbilanciamoci.it, cerca di far incontrare il mondo della ricerca economica con il mondo di tutti i giorni. Il quotidiano, che viene bistrattato dai media economici mainstream, “deve essere riportato al centro della discussione politico economica del nostro paese” dice la giornalista. Oltre a questo, la crisi attuale si è sviluppata da una “crisi delle élite, tra le quali, molto spesso, c'è una buona parte di giornalismo. Soprattutto quello che non riesce a comunicare con tutti e che si parla addosso”.
Sembra d'accordo Andrea Boda che dal suo blog bimbo alieno cerca di leggere il mondo della finanza e dell'economia in modo dissacrante ma sempre indipendente: “il grande pubblico subisce passivamente il messaggio. Prova ne è che, ogni volta che l'economia va in crisi, il cittadino chiede alla Banca Centrale di abbassare i tassi d'interesse. Questo è stato insegnato loro, e poco importa se tutto ciò cura solo il sintomo (forse) e non la malattia che oggi stiamo affrontando”. “È proprio per questo – aggiunge Boda - che non siamo stati in grado di comprendere pienamente i meccanismi che quattro anni fa hanno cominciato a piombarci addosso e che oggi ci fanno parlare di crisi come non più un semplice momento passeggero ma come vero e proprio status quo”. I contatti del blog di Andrea Boda continuano a crescere giorno dopo giorno perché, dice il blogger e operatore finanziario, “lo scopo divulgativo ha preso il sopravvento. Spiego all'uomo della strada, in maniera indipendente e scevra da sovrastrutture dettate da qualsivoglia interesse di parte, il linguaggio tecnico di un'informazione economica ufficiale che si rivolge a pochi e non a tutti”.
In chiusura, Philippe Frémeaux puntualizza: “chi si occupa d'informazione indipendente deve anche sapere interessare il pubblico a cui si rivolge. Troppe volte queste realtà restano di nicchia e non riescono a sostenersi economicamente. Il segreto di Alternatives Economiques è stato quello di tenere la barra ben ferma sui temi di una economia sostenibile ma allo stesso tempo avere avuto l'intelligenza di affidarsi a dinamiche di marketing che hanno consentito di raggiungere il grande successo di pubblico che oggi caratterizza la rivista”.

Christian Giorgio