Il nuovo giornalismo civico

Si è svolta questa mattina, al Centro Servizi Alessi, la conferenza Il nuovo giornalismo civico. Tre i relatori ci sono stati Charlie Beckett, direttore di Polis - London School of Economics che ha svolto principalmente il ruolo di moderatore, Heather Brooke, scrittrice e attivista e Fabio Chiusi, creatore del blog ilNichilista. Nel corso del convegno si sono affrontati temi importanti come quello della libertà di espressione, della trasparenza dell'informazione e del civic journalism.

In particolare, Brooke ha fatto una distinzione sostanziale tra giornalismo e propaganda, fatta anche da gruppi di attivisti come ad esempio Greenpeace. In questo contesto si è inserito anche il problema relativo ai social network, in particolare Twitter: uno dei problemi del popolare social è di essere una società americana e che, in quanto tale, risponde alla Costituzione Americana; quindi non può essere non totalmente libero. Inoltre, come ha precisato Brooke, molti giornalisti twittano anche senza essere fisicamente presenti all'evento di cui stanno twittando. E questo è, per la giornalista inglese, un gran problema, poiché pone una questione di professionalità: come è possibile dare notizie su un evento a cui non si è presenti?

Anche grazie ai numerosi interventi della platea, è stato possibile parlare della situazione italiana. Infatti l'Italia, ha ricordato Chiusi, si trova ad affrontare un problema grave di libertà d'informazione e, soprattutto, di trasparenza.

Infine, Brooke ha ricordato che un buon giornalista è anzitutto scettico e, basandosi sulla propria esperienza personale, ha detto che per essere bravi giornalisti è “necessario porsi tante domande e inviare il ‘public’ a fare lo stesso”. “Purtroppo – ha però ricordato la giornalista e scrittrice -  a volte succede che i cittadini non recepiscano il messaggio e anche di fronte all'evidenza di quello che non va, decidano di non reagire, come è successo con il caso Berlusconi”.

Chiara Baldi