Il controllo della veridicità di una notizia è alla base della corretta informazione. Il fact checking (l'accertamento di un fatto) è una funzione sempre esistita nel processo editoriale che dà vita ad una news, ma con le trasformazioni dei media e la nascita del web 2.0 il potenziale di questo procedimento è aumentato a dismisura.
Fact checking e civic media. Informazione vera o falsa? è il titolo del panel svoltosi su questo tema presso la sala Lippi. Per il giornalista e presidente della Fondazione Ahref Luca De Biase, “il sistema dei media si è trasformato in modo così rapido che ha permesso ai cittadini di arrivare alle notizie in tempo reale, di farsi loro stessi produttori di notizie e in ultima battuta di poterne controllare la fondatezza”. L'importanza e il ruolo del fact checker in una testata, cioè colui che controlla le notizie prima che vengano pubblicate, si è sviluppato principalmente negli Stati Uniti: qui sono nate anche le prime piattaforme web per coinvolgere i singoli utenti nella ricerca di eventuali “bufale”.
Sergio Maistrello, giornalista e scrittore, ha illustrato al pubblico gli esempi dei siti internet americani politifact.com e newstrust.net (associazione no profit), i due maggiori protagonisti del controllo on line delle informazioni. “Più che avere pochi esperti di fact checking, sarebbe avere cittadini che trovano gli errori attraverso siti web creati appositamente”. Con queste parole De Biase ha voluto in qualche modo lanciare e presentare alla platea l'innovativa piattaforma factchecking.it, creata dalla sua Fondazione. Il primo sito italiano per il fact checking condiviso è on-line da poco più di 24 ore e funziona in modo semplice: un utente, dopo essersi registrato gratuitamente, può pubblicare una notizia su cui ha dei dubbi (sempre citando la fonte), e sottoporla al vaglio degli altri utenti, raccogliendo così pareri positivi o negativi su quella determinata informazione.
In sala è stato mostrato poi un fact checking pubblicato in giornata dal giornalista de Il Fatto Quotidiano Giorgio Meletti, il quale ha contestato un dato sul tasso di suicidi per motivi economici legati alla crisi. In questa fase di grande sviluppo del citizen journalism, in cui ogni singolo cittadino ha la possibilità di farsi produttore di news, uno strumento aperto a tutti per controllare continuamente l'oggettività delle notizie pubblicate non può che migliorare il livello generale della nostra informazione.
Andrea Tafini