La situazione dell'editoria digitale italiana e americana è stato il tema del panel "Editoria sociale dentro e fuori internet". Ospiti Johns Oakes, co-fondatore di OR books, Cecilia Verame, co-fondatrice di quintadicopertina, Bernardo Parrella di Global voices e Augusto Valeriani. Molta informazione ormai viene dal basso. John Oakes ha raccontato di un'entusiasmante situazione per gli editori. "La nostra società - ha detto - si chiama OR books. Trattiamo Ebook e non solo. Eravamo insoddisfatti del modo in cui si faceva editoria e del modo in cui si distribuivano i libri".
Cecilia Averame ha descritto, invece, una situazione completamente diversa. Insieme a voci globali e altre associazioni di citizien journalism è stata creata una piattaforma per dare forma a tutti i contenuti. "Ci siamo chiesti - ha detto Averame - cosa l'editoria digitale potesse offrire".
Oakes si definisce un "editore non tradizionali”, e con la sua OR books, “abbiamo dato la possibilità di condividere lo stesso libro tra vari dispositivi. Non siamo sostenuti dal governo né da nessuna fondazione statunitense. Ci reggiamo su quello che vendiamo. Vogliamo che la gente acquisti i nostri libri e speriamo che i nostri utenti non facciano pirateria". Proprio la pirateria è il rischio maggiore in questi casi. Il mercato in Italia c'è ed è di nicchia, ma è ancora poco diffuso. Il pubblico è composto da uno zoccolo duro di chi proviene dal web, ma sembra imprescindibile un lavoro di educazione del lettore e fare delle iniziative promozionali come ad esempio regalare l'ebook di un libro cartaceo che l'utente detiene. Quella americana è un'esperienza diversa, in quanto si basa su un assunto molto semplice: "il nostro compito è quello di trovarvi".
Irene Macaione