“il fumetto è una libera sequenza di immagine pittoriche che hanno l’obbiettivo di portare un messaggio o di fare suscitare una risposta estetica nel lettore”. Definisce così il fumetti, Carlo Gubitosa, pionere del giornalismo a fumetti e direttore di “Mamma!”, all’incontro nella Sala Priori dell’Hotel Brufani “Spaghetti comics: cos'è e come si fa il giornalismo a fumetti”. Il Giornalismo a fumetti è un genere nuovo e sperimentale, non adottato come abitudine e format dalle grandi società editoriali italiane ma nell’editoria italiana si sta affermando sempre di più con una traduzione non solo dei libri ma anche del reportage e dei generi giornalistici in strisce fumettistiche.
“Mamma! è nata nel 2009. La grande editoria si muove solo rientro economico e quindi non si muove nei fumetti. Il nostro infatti è un micro progetto editoriale e siamo partiti solo con 800 euro. All’interno di questo tipo di giornalismo però non dobbiamo farci tirare in inganno dal termine vignetta. La vignetta è tutto in Italia, ma tecnicamente esistono diversi tipi di fumetti d’informazione. Ci sono le strisce, istantanee della realtà in maniera comica e corrisponde ai titoli dei quotidiani, i political cartoons, dove possiamo trovare un messaggio che a parole esprimeremmo con tantissime parole mentre in questo modo basta solo un immagine paragonabile ai veri e propri articoli di cronaca e di approfondimento, e infine ci sono i comics, una sorta di reportage o inchiesta a fumetti”.
In America ci sono tante varietà di fumetti nel giornalismo perché esistono agenzie di vignette con le quali i vignettisti collaborano e hanno profitti.
Negli anni settanta e ottanta, gli editori, sempre molto lenti a recepire questo tipo di messaggi, si ha una lenta sperimentazione e alla fine degli anni ottanta abbiamo le prime pubblicazioni anche in libri, dopo aver passato un lungo periodo di frammentazione in pubblicazioni in puntate. “Questo tipo di fumetto è il più socialmente impegnato perché racconta lo spirito degli uomini e le paure della società, ad esempio la paura del nucleare, la vecchiaia che avanza, i campi di prigionia. Dopo di che si inizia a sentire puzza di soldi”. Adesso il fumetto si trova in un momento di convergenza, infatti il giornalismo si trasforma in comics e trasversalmente il new journalism passa al graphic novel.
E in Italia? “Nel nostro paese abbiamo diverse esperimenti come Il Male (giochi grafici), Linus (interviste a fumetti), Cuore (reportage illustrati), Frigidaire (cronaca satirica). In più nella storia del giornalismo italiano si è partiti da una totale assenza, per poi, in un primo momento, usare la foto come condimento, per poi trasformare l’immagine stessa più importante del titolo in una posizione centrale. Oggi nel 2011 abbiamo la pubblicità sempre più invasiva e sopratutto molto più colore. Nel futuro potremmo avere un fumetto che racconta un intercettazione o un fatto di cronaca”.
Ma il limite più grosso è la fantasia, perché, sostiene, al termine, Gubitosa, dobbiamo avere il coraggio di reinventarci il più possibile per agganciare il media fumetto a nuovi metodi di linguaggio: “Quando ho iniziato pensavo che il fumetto fosse il mezzo più forte per fare giornalismo. Mi sbagliavo perché il fumetto non è sempre il mezzo perfetto per esprimere qualcosa e ha un potere assoluto quando possiamo trasmettere un messaggio, un informazione adatta alle immagini”.
Daniele Palumbo