Generazione “watchdogger”, la rete che denuncia

Un’alleanza tra giornalisti professionisti e giornalisti “amatoriali”, cittadini comuni che sentono la necessità di denunciare le ingiustizie e agire in prima persona per un cambiamento. Altrimenti il giornalismo tradizionale, che soffre della mancanza di risorse economiche e della scarsità di tempo a disposizione, non potrà continuare a svolgere il suo compito di cane da guardia del potere. Di questa prospettiva si è discusso oggi al Festival del giornalismo di Perugia all’incontro “Generazione watchdogger, la rete che denuncia”, insieme a Giampaolo Colletti, fondatore di altratv.tv, Piero Gaffuri, direttore di Rai Nuovi Media, Tiziana Prezzo, giornalista di Sky Tg24, Riccardo Staglianò de La Repubblica e Angelo Ferrillo, direttore del blog laterradeifuochi.it. «Mi sono chiesto cosa potevo fare come cittadino di fronte all’emergenza dei roghi di discariche abusive nella provincia di Napoli – ha spiegato Ferrillo – e ho capito che lo potevo raccontare ogni giorno in un blog». Così è nato laterradeifuochi.it, che oggi conta «100mila visualizzazioni alla settimana su Facebook e 33 mila followers» ha sottolineato il fondatore. Ferrillo non è un giornalista, è laureato in Farmacia, ha lavorato come informatore scientifico e vive nella provincia di Napoli. «Mi sono stancato della situazione e dato che quello che si percepisce sui media è solo una piccola parte di quello che succede con i rifiuti in Campania, ho deciso di aprire il blog». Su terradeifuochi.it è possibile consultare una mappa dettagliata dei luoghi dove vengono bruciati i rifiuti ed è possibile fare segnalazioni. Secondo Staglianò la questione centrale è la mancanza di risorse, fondamentali per poter concedere ai giornalisti il tempo di dedicarsi alle notizie. «Nick Davies, giornalista del Guardian, ha rilevato che il 60% di quello che esce sui giornali inglesi è un rimpasto di agenzie e comunicati stampa e solo il 12% è frutto del lavoro originale dei reporters» ha sottolineato Staglianò. Mancanza di risorse e assenza di tempo significano meno accuratezza e approfondimento, come ha raccontato Tiziana Prezzo. «Gli spazi per fare approfondimento sono sempre di meno – ha affermato Prezzo – e la prima domanda è sempre quanto costa realizzare un servizio più ampio. A quel punto per andare all’estero ci si appoggia a ong o all’Esercito e la libertà ne risente. La qualità invece ha bisogno di soldi, tempo e persone».

Ludovica Scaletti