Sala Raffaello, ore 18.30
Parte da due riflessioni l'incontro con Gianni Dragoni de Il Sole 24 ore e Alessandro Profumo, presidente della Banca del Monte dei Paschi di Siena, l'esistenza di un capitalismo responsabile del declino dell'Italia e l'inesistenza della meritocrazia a favore di un sistema basato sul comparato. Spunti che prendono il via dall' ultimo libro di Dragoni "Banchieri&Compari", un racconto lucido di un'economia a pezzi e della malafinanza regolata dai conflitti d'interesse.
"Il sistema capitalistico - dice il giornalista - è un mondo autoreferenziale, ormai giurassico che però ha in mano il nostro Paese ed è il diretto responsabile del suo declino". Un declino spesso attribuito alla cattiva gestione dell'ultimo ventennio berlusconiano e ai costi della politica. " Concordo con queste spiegazioni - aggiunge Dragoni - che però non hanno il merito di fare un'analisi dei problemi della societá legati ad un sistema economico industriale che concentra il potere nelle mani di poche famiglie, quelle del salotto buono che impediscono alle imprese di crescere". A pagare le spese sempre i soliti ignoti: risparmiatori, lavoratori e donne. " Solo alcuni stipendi rimangono immutati, quelli dei top manager delle banche".
Secondo il giornalista economico, " il mondo dell'informazione spesso arriva tardi a parlare dei problemi, nella finanza ma in tanti altri casi".
Ma come si esce dalla crisi? chiede il pubblico del Festival. "Non ho una risposta - incalza Dragoni - la prima cosa da fare è aumentare e migliorare il grado di consapevolezza e non parlare dei problemi quando ormai è troppo tardi. Credo nella forza della stampa anche se, benché in Italia vi sia la libertá di informazione, la stampa libera esiste in pochi luoghi deputati. Situazione attribuibile non solo alla presenza delle banche ma, anche dei gruppi industriali nelle quote azionarie".
Parola poi ad Alessandro Profumo e alle domande di Rachel Sanderson del Financial time. "Come si manifesta in Italia il capitalismo di relazione" ? chiede la giornalista. " I modi sono diversi - spiega Profumo - ma non penso sia il caso di buttare tutto.
È chiaro che ci sono dinamiche che devono essere cambiate, quella per esempio della selezione del personale che avviene per conoscenza e non per merito. Il sistema malato è abbastanza visibile, con UniCredit ci ho provato ad uscire e mi hanno gentilmente allontanato. Evidentemente stonavo".
Inevitabile non parlare dello scandalo del Monte dei Paschi. "La Fondazione - continua Profumo - ha fatto male a tutelare il 51%, sono stati fatti degli errori, ma, ad oggi una trasformazione c'é stata con il cambio di vertice del consiglio di amministrazione e con i numerosi accordi sindacali siglati".
E per il futuro? " Le banche devono aprirsi di più all' Europa - chiosa il presidente - devono aiutare le imprese ad affrontare il mercato. È necessario infine riattivare le cartolarizzazioni, per salvarci dall'anarchia".
Dominella Trunfio