Emily Bell

Sala dei Notari, ore 11.30

Emily Bell, professoressa di "Pratica Professionale" al Tow Center for Digital journalism, è oggi una delle voci più importanti e popolari della stampa britannica e internazionale. Nella sua carriera sono presenti già molti premi ma il suo lavoro di ricerca su come il giornalismo possa formare nuove leve e su come si possa focalizzare i punti di insegnamento e di ricerca, rendono l’incontro con la giornalista estremamente motivante. Il Keynote speech si è tenuto nella Sala dei Notari durante la quarta giornata del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. “Finito il dominio pubblicitario oggi i quotidiani devono assolutamente guardare l’incerto futuro studiando tutte le reali possibilità di sopravvivenza” afferma Bell all’inizio del suo discorso, affermando inoltre “il giornalismo vive un periodo di depressione perché non è più compreso come un complesso industriale. Per questo anche le redazioni si sono diversificate nel senso più materiale del termine. Netflix ha una stanza normale con divani e poche sedie, come se fosse un normale salotto. Il Telegraph, possiamo chiaramente immaginarlo, conserva la sua struttura di grande testata. Entrambe sono due redazioni e come tali producono informazione ma lo fanno in maniera diversa”. Un secondo punto sul quale Emily Bell si concentra è la scoperta del cambiamento del metodo di capire e sviluppare il processo informativo.
“Non ci sono più modelli come 'la stampa' e 'il pubblico' perché i confini si sono innegabilmente allargati. Io credo che i soldi non siano la causa della crisi dei giornali. Il vero problema è cambiare da un sistema tradizionale a uno innovativo. Il nostro sistema di gestione dei contenuti potrebbe essere una barriera molto più forte del denaro nel cambiamento di direzione”. La considerazione della giornalista inglese trova fondamento nella visione dei nuovi enti comunicativi che sono ancora troppo deboli per vivere da soli “proprio questi canali informativi dovrebbero cominciare a essere ‘comunicatori unici’ più che identificarsi in brand di news già esistenti”. Questo processo di cambiamento, secondo la Bell è già iniziato in alcuni casi, dove la storia del media è frammentata e il giornalista decide di staccarsi dal prodotto preconfezionato e di passare all’attuale giornalista solitario.
“L’individualismo giornalistico è a mio parere molto importante. In questo modo il network e il web si fa più personale e veloce. Si possono contattare giornalisti e ottenere informazioni in maniera diretta, più immediata. Prova di questo è l’acquisto e l’embedding da parte del New York Times del blod di Nate Silve: la cosa più intelligente da fare da un punto di vista di business”.
Presente come moderatrice anche Anna Masera, social media editor per La Stampa, che al termine del keynote speech, sia su twitter sia discutendo con la platea, afferma che quanto detto dall’ospite inglese sia catastrofico per il giornalismo italiano, incapace di muoversi verso questo cambiamento.

Daniele Palumbo