Si è tenuto giovedì 1° maggio il panel "Un anno di data journalism" alla sala Raffaello dell'hotel Brufani di Perugia.
Dopo la presentazione dei relatori, il moderatore presenta il programma della sessione anticipando che si discuteranno i progetti attuati nel corso dell'ultimo anno dalla school of data journalism.
Si entra nel vivo del seminario attraverso una serie di video per spiegare l'abitudine degli americani di utilizzare dispositivi in grado di misurare in ogni momento della giornata tutte le azioni compiute e tradurle in forma analitica. Il numero dei passi compiuti, le calorie consumate per ogni azione quotidiana e molto altro: tra animazioni 3d ed immagini, grafica e video confluiscono in un tutt'uno. Proprio questa è l'aspirazione del data journalism, il giornalismo basato sui dati: coniugare dati e infografica per un unico racconto.
Si entra nel pratico: la prima cosa da fare per realizzare un progetto di data journalism consiste nella ricerca dei contenuti accedendo a banche dati o creandone di nuove attraverso la scannerizzazione e l'elaborazione delle informazioni possedute.
INTEGRARE. Il progetto del data journalism è quello di realizzare storie visive attraverso la collaborazione e la cooperazione di piú figure, con competenze diverse, in modo da integrare perfettamente ogni fase della comunicazione e creare un'esperienza unica.
La situazione italiana: l'Italia è ancora molto arretrata per quel che riguarda il data journalism, anche se La Stampa e La Repubblica hanno avviato il progetto. Al momento è per lo piú prerogativa dei freelance ma si auspica un'evoluzione in grado di sbloccare la situazione e dare luce al settore attraverso l'accesso libero e semplificato ai dati.
Cinzia Del Prete