Come risolvere i problemi del giornalismo digitale e mettergli le ali. Di questo hanno discusso Federico Badaloni (Gruppo L’Espresso), Maria Cristina Lavazza (Invitalia) e Italo Marconi (UbiquityLab), presso la “Sala Priori” dell’Hotel Brufani. Una notizia va costruita: non perché essa sia finta, artefatta o priva di consistenza, bensì perché è necessario contestualizzarla e attribuirle un senso, fornendo una reale comprensione della realtà descritta. E’ questo il ruolo di un giornalista e di un giornale che si rispettino. La presentazione grafica e l’organizzazione dei contenuti diventano dunque aspetti fondamentali e proprio di questo si occupa l’Architettura dell’informazione: garantire integrità strutturale dei significati nei diversi contesti (spazio-temporali). Due le parole chiave: Iperlink e tag. Il link ipertestuale diviene la nuova frontiera di un giornalismo della rete in cui tutto rimane e in cui non si può fare a meno dell’aggiornamento; il “rimando” dell’iperlink permette intensità e completamento informativi assolutamente unici. Correlare poi le informazioni, tramite l’utilizzo dei cosiddetti tag, è la nuova sfida dell’Architettura dell’informazione: dare un valore diacronico della notizia e una migliore visione della realtà tramite un semplice algoritmo della macchina, dietro il quale però si cela la regia “umana” della redazione; ma attenzione ad un uso spropositato che potrebbe di fatto annullarne la logica. Riassumendo in tre gradi: notizia, contestualizzazione e info complementari per fornire un prodotto esaustivo al lettore, posto quest’ultimo al centro delle dinamiche innovative descritte.
Da Federico Badaloni la parola è poi passata a Maria Cristina Lavazza che ha illustrato ai numerosi presenti le tecniche di indagine che permettono la realizzazione di tutto ciò, nel pieno rispetto dell’User Experience Designe: tutta una serie di test specifici eseguiti sugli utenti finali (i lettori) e gli addetti ai lavori per capire al meglio come avviare un lavoro di progettazione del prodotto digitale. Rispondendo alla logica del “contentstrategy”, diviene obbligatorio far fronte ai numerosissimi devicesday, dai quali avviene la fruizione di un contenuto multimediale, in qualunque luogo della quotidianità (Smartphone, Pc, etc…)
Infine anche Italo Marconi ha interloquito sull’esperienza della costruzione dei contenitori digitali: “Gioia”, magazine femminile, è esempio concreto di una nuova disposizione grafica e testuale in cui la cross-medialità supera la semplice multi-medialità, un portale innovativo basato su un sistema di matrici, i mood (emozioni) che garantiscono fidelizzazione, interattività e una sorta di intimità che abbatte ogni diversità di ruoli.
ROBERTO FAZIO