TEATRO DELLA SAPIENZA ORE 10.00
Tornando alla constatazione che i giornali oggi sono dei morti viventi e che bisogna fare i conti necessariamente con la sostenibilità economica e con la considerazione che i nostri sovrani sono sì i lettori, ma soprattutto i dati, che le notizie oramai grazie ai social media vengono scartate e ingurgitate velocemente come degli snack, all’incontro di oggi hanno preso parte Om Mailik e Mathew Ingram di GigaOm, Laura Amico fondatrice di Homicide Watch e Mark Kaigwa fondatore Nendo.
Om Mailik, che ha scritto su internet per 23 anni, ha svelato che bisogna innanzitutto capire chi è il pubblico, rimanendo concentrato su di esso, conquistandolo e procedendo per step, prima 50, poi 100 e così via.
Laura Amico ha raccontato il successo di Homicide Watch gestito e amministrato da lei e il marito con tre soli dipendenti partime, che hanno raggiunto mezzo milione di pubblico perché sanno interagire con i loro lettori. Probabilmente essi stessi si fidano ciecamente delle loro inchieste, ma soprattutto lei e il marito evitano di fare supposizioni sbagliate, quindi interagiscono con il pubblico, attraverso la mappatura dell’empatia. Loro osservano le persone che utilizzano il loro sito, valutando i loro bisogni e le loro necessità, rendendosi realmente conto di chi sia il pubblico. Ora si stanno espandendo e potrebbero concedere il software anche a Roma per aprire un altro “Homicide”. A loro piacerebbe confrontare i sistemi giudiziari di tutti gli Stati.
Methew Ingram ha affermato che questa è l’epoca migliore per il giornalismo dal punto di vista pratico perché si riesce a raggiungere tanti lettori contemporaneamente, ma anche la peggiore perché le testate giornalistiche non riescono a trovare finanziamenti.
Secondo Om Mailik nessuno di noi ha idea di ciò che sarà il futuro, nessuno sapeva che tweeter e wikipedia avrebbero avuto successo. Solo le persone, i destinatari e i fruitori possono decidere i comportamenti e ciò che avverrà.
Mark Kaigwa non è un giornalista ma uno stratega digitale e sta studiando lo sviluppo digitale in Africa. Lui non parla di rivoluzione dei media ma di evoluzione. In alcuni Paesi come l’Africa appunto, piuttosto che la Turchia o l’Ucraina, dove le informazioni vengono mappate prima di essere raccolte, l’informazione vera e propria avviene attraverso il crowdsourching. Esiste nella necessità delle persone fare crowdsourching, perché i giornalisti non raccontano realmente ciò che accade in certi Paesi. Spesso si tende a stimare troppo i media che a volte si riducono a chiedere il pagamento dell’abbonamento.
Secondo Methew Ingram che ha espresso l’ultimo intervento, non bisogna trovare nuovi modi per raggiungere i propri lettori, ma per conquistarli. Chiunque faccia il giornalista deve chiedersi qual è il suo obiettivo, a chi vuole arrivare e cosa deve fare.
Fabiana Spada