TERRA DEI FUOCHI: 25 ANNI DI MALA POLITICA, CORRUZIONE, E CONNIVENZA TRA POLITICI E CRIMINALI

Ore 16.00 - Sala dei Notari

La Terra dei fuochi è il tema caldo di questo panel discussion, tenutosi in una gremita Sala dei Notari. A moderare l’incontro Francesca Ghidini, inviata speciale RAI, la quale introduce il primo speaker, Marco De Marco, scrittore e giornalista del Corriere della Sera. De Marco afferma di essere stato, almeno inizialmente, tra gli scettici che si schieravano contro il sensazionalismo che su quell’argomento veniva fatto, e che l’atteggiamento omertoso della popolazione della Terra dei fuochi, sarebbe continuato consentendo alle organizzazioni camorristiche di proseguire nei soprusi anche approfittando delle necessarie future bonifiche. Un’accusa che viene spesso mossa agli abitanti di quei luoghi, riporta Demarco, riguarda proprio il motivo per cui questi non abbiano parlato quando era necessario.  Il giornalista cita sia “Gomorra”, che il documentario “Biutiful Cauntri” per dimostrare che in realtà le informazioni sono state date, ma non hanno avuto il riscontro che avrebbero meritato. Le istituzioni hanno dimostrato così di non voler ascoltare. Demarco continua riportando il problema della mancanza di un registro dei tumori, della figura di padre Antonio Patriciello e del suo operato nelle zone di Caivano, in provincia di Napoli.

Il dibattito continua con l’intervento di Giuseppe Manzo, giornalista e scrittore, autore del libro “Chi comanda Napoli”, che smentisce l’accusa mossa ai cittadini campani che li vuole come immersi in un sonno lungo anni, da cui si sono svegliati improvvisamente per rendersi conto del legame tra ambiente malato e tumori. In realtà questa consapevolezza, confluita nella marcia #Fiumeinpiena del 16 novembre, parte da 10 anni prima, dalla protesta contro l’inceneritore di Acerra. Si ricollega alla tematica del registro dei tumori, e delle insufficienze del Piano Regionale dei rifiuti attualmente in vigore. Speculazione agroalimentare, bonifiche e business sul sistema sanitario sono i punti forti delle pratiche illegali camorristiche. Evidenzia la necessità di un sistema sanitario che sia di qualità e di prevenzione, non solo di ricerca.

Il ministro della giustizia Andrea Orlando, già Ministro dell’ambiente, si sofferma sul cambiamento che il decreto sulla Terra dei fuochi, oggi convertito in legge, ha effettivamente portato. Una nuova consapevolezza su cosa c’è, e la necessità di risalire nella catena dello smaltimento, per non colpevolizzare solo colti sul fatto, ma anche sui mandanti. La necessità di un’opera di interlocuzione tra istituzioni e cittadini è fondamentale per un tentativo efficace di risoluzione del problema.

Ad approfondire il tema delle bonifiche interviene invece Amalia De Simone, giornalista del Corriere.it, la quale sottolinea il rischio che gli stessi errori si ripetano, concedendo ai soggetti che fino ad ora hanno contribuito a creare questa situazione di crisi, di guadagnare e speculare anche sull’opera di risanamento di quelle stesse terre. Le sue inchieste riguardano la collusione delle aziende concorrenti agli appalti per le bonifiche dei luoghi inquinati. Bisogna quindi vigilare in maniera seria.
La necessità di un’opera di interruzione degli interessi a monte, che non riguardi soltanto coloro i quali sono colti in flagrante nell’incendio nei siti, ma anche i gestori reali che continuano ad essere liberi, è evidenziata anche dal magistrato Raffaello Magi. Il magistrato evidenzia il fatto che le indagini effettive che hanno portato alla scoperta di denaro che non fosse sotto forma di beni immobiliari o altro, sono proprio quelle relative ai rifiuti, sottolineando l’importanza che questo business ha per le organizzazioni criminali. Conclude il panel discussion Filippo Facci, chiamato a rispondere delle accuse mossegli a proposito del suo articolo pubblicato sul quotidiano Libero, che in sostanza disegnava la questione “Terra dei fuochi” come una bufala. Facci specifica che ci sono state delle imperfezioni nella comprensione del senso effettivo del suo articolo, affermando che invece la questione è seria, ma che c’è piuttosto la necessità di rivedere quelle che sono le fonti giornalistiche che alimentano l’argomento, e che spesso si rivelano poco adatte ad affrontarlo. Facci afferma che le sue fonti sono solo fonti autorevoli.

Federica Signoriello