Centro Alessi – Alle ore 15.30 ha avuto luogo l’incontro con Sam Barcroft, fondatore di Barcroft Media, moderato da Francesco Piccinini, direttore di fanpage.it.
Barcroft media, nata nel 2003, occupa il secondo posto nella lista dei maggiori fornitori di notizie al mondo. Da fotoreporter per grandi testate a imprenditore, Sam Barcroft ha immaginato negli scorsi decenni una piattaforma informativa nuova, capace di distinguersi dalle grandi agenzie di stampa con le quali non sarebbe stato possibile competere. È così che si è sviluppato il progetto di un canale che racconta storie sensazionali, in grado di entrare in risonanza con le passioni degli ascoltatori e coinvolgerli emotivamente.
Con uffici distribuiti in tutto il mondo, fra cui Londra, New Delhi e New York, la compagnia è costituita da un team di 20 giornalisti full-time, che non lavorano scrivendo articoli di fronte al desktop. Si tratta di persone con un continuo flusso di idee, senza orari d’ufficio: reporter che hanno il compito di raccontare una storia che faccia la differenza, e questo è possibile anche grazie alle dimensioni ridotte dell’azienda. Barcroft invia personale ovunque nel mondo, a caccia di storie che interessino davvero i lettori. Le storie raccontate vengono poi tradotte in documentari televisivi distribuiti in tutto il mondo.
Il team di Barcroft Media ha intuito e saputo sfruttare le potenzialità di YouTube come piattaforma di trasmissione e condivisione dei contenuti. L’anno decisivo per lo sviluppo dell’azienda è stato il 2012, quando un loro video – che racconta la storia di un orso polare “domestico” – è stato scelto da Google e inserito su Google Zeitgeist. Inoltre, grazie alla collaborazione con l’azienda Rightster è stato possibile strutturare il palinsesto in modo più efficace e redditizio: rispetto dei consumatori, creazione di canali tematici – poiché gli ascoltatori non sono omogenei e in questo modo è più facile parlare ai diretti interessati con contenuti rilevanti. Questo è un processo definito channelising, che significa sviluppare contenuti in verticale. Barcroft propone infatti una grande varietà di materiale, che distribuito indistintamente non sarebbe proficuo: risulta più adeguato segmentare il palinsesto in più canali, fortemente tematizzati.
Nel corso del 2012 Barcroft raggiunse una media di 3,6 milioni di visualizzazioni al mese. Le views aumentavano continuamente, in una successione di picchi – sia di ascolto che di iscrizioni al canale – e momenti di calma. Dove sono localizzati i fruitori dei contenuti di Barcroft TV? Secondo le statistiche, i Paesi col maggior numero di spettatori sono quelli anglofoni (Stati Uniti, Canada, India etc.), ma già a partire dal sesto posto si trova il Messico e più avanti anche l’Arabia Saudita. Per quanto riguarda i mezzi, il 55% degli utenti guarda i video dal desktop, solo l’1% dalla TV, mentre il 44% da smartphone. I video trattano sempre argomenti eccezionali, ma devono essere neutrali e non troppo lunghi (max 90 secondi), facendo leva sui primi 5 secondi per catturare l’interesse degli utenti. I contenuti di Barcroft attirano anche l’attenzione di grandi brand come Yahoo, e sono ampiamente diffusi in Cina e Giappone.
Un successo interculturale garantito dalla creazione di una rete di fiducia: “raccontiamo ogni giorno qualcosa di diverso ed entusiasmante. Il segreto è parlare con semplicità a persone normali, di esperienze umane, comuni a tutti” – dice Barcroft.
Silvia Mazzieri
@SilviaMazzieri