Alla ricerca della “qualità” digitale

3 maggio 2014

Le nuove tecnologie, il digitale protagonista di questa nuova era, i moltissimi benefici portati dal progresso, ma allo stesso tempo i tanti punti di debolezza che lo caratterizzano:questo il tema del workshop che si è tenuto oggi presso la Sala Perugino dell'Hotel Brufani dalle 15:30 alle 16:30 dal docente dell'Università degli studi di Milano Giovanni Ziccardi. Il versatile giornalista ha affrontato con umorismo e arguzia argomenti di natura squisitamente giornalistica, raccogliendo l'entusiasmo del pubblico presente. Ziccardi esordisce elencando le maggiori problematiche che affliggono il giornalismo online e di come stiano cambiando le priorità dei giornalisti e degli editori. Il diffuso entusiasmo per le nuove tecnologie è assolutamente giustificato, poiché hanno cambiato i modi e i mezzi per pubblicare, fruire e ricercare notizie, trasformando i vecchi modelli di comunicazione, hanno dato una voce a tutti coloro che non riuscivano ad averla, tuttavia questo progresso è andato a scapito della qualità del proprio lavoro e soprattutto della forma. L'antico dibattito su se sia più importante il contenuto o la forma di ciò che si scrive, nell'era digitale sembra aver dato man forte alla sostanza a scapito delle regole stilistiche che dovrebbero accompagnarla, infatti è il contenuto ad essere diventato protagonista degli articoli a causa dell'evoluzione dei linguaggi. Tuttavia questa qualità contenutistica non sempre è scontata come si tende a pensare: c'è una fiducia dilagante specie verso le grandi firme del giornalismo, l'abitudine a dare per certo che quanto viene raccontato da una "penna illustre"sia stato controllato e verificato. In realtà proprio questo progresso ha diffuso il fenomeno della verifica postuma o delegata (affidata a commenti altrui) del proprio operato.

La seconda spinosa problematica causata dalle nuove forme di giornalismo è il passaggio in secondo piano dell'importanza della forma, con una lettura un pò più attenta possiamo infatti trovare errori di tutti i tipi in più articoli di quanto si pensi: il docente mostra ai presenti vari articoli di punta dei principali quotidiani nazionali online, costellati da "papere"di ogni tipo, da quelli di battitura, a lettere e parole scomparse, conoscenze lacunose degli argomenti trattati per cui mal esposti e non verificati; tutto ciò è causato dall'aumento della fretta di andare in stampa e dai giornalisti e gli stessi editori che hanno abbassato le modalità di controllo dei propri prodotti.

Il terzo punto esposto da Ziccardi sono i toni che caratterizzano il linguaggio sul web, sempre più accesi e provocatori che innescano vere e proprie battaglie verbali tra i commentatori di internet. Proprio quello dei commenti agli articoli è un fenomeno che caratterizza il giornalismo online, spesso si tratta di asserzioni assolutamente non correlate ai temi di cui si parla, attacchi personali ai giornalisti, fatte ad opera di persone incompetenti e disinteressate che sono solo alla ricerca di visibilità su siti importanti; nonostante ciò molti editori sono maggiormente inclini a decretare il successo e il valore di un articolo dal numero di commenti che questo riceve, indipendentemente dalla pertinenza o meno con l'argomento, questo è un ulteriore fenomeno che va a scapito dell'informazione e della sua qualità. Il moderatore invita a riflettere sull'utilità o meno di dialogare con commentatori in cerca di visibilità e scontri, ed esorta infine ad un ritorno all'etica professionale, vale a dire a dare un ruolo da protagonista al valore e al senso di ciò che si scrive.

Marina Polito