“Comunicazione Europea: il labirinto multilivello” è stato il panel di oggi, mercoledì 15 aprile alle 11,30 nella Sala del Dottorato. I relatori, Ewelina Jelenkowska-Luca, rappresentante della commissione europea in Italia, Giuseppina Paterniti corrispondente Rai da Bruxelles, Fabio Raspadori e Diletta Paoletti dell’Università di Perugia, hanno incentrato i loro interventi sull’importanza della comunicazione europea.
Diletta Paoletti ha presentato “Finestra sull’Europa”, progetto che per il quarto anno si svolge all’Università di Perugia per universitari e ricercatori, al fine di imparare ad elaborare materiali relativi all’Unione Europea, trasformandoli in contenuti giornalistici. Il progetto vanta una forte collaborazione con la carta stampata, in particolare con il Corriere dell’Umbria e Metro News e con la Rai, attraverso la realizzazione di una rubrica settimanale, interamente curata dagli studenti, all’interno del TGr Rai Umbria, dal titolo “Europa istruzioni per l’uso”. Di tutti i fatti notiziabili a livello europeo, si scelgono quelli più interessanti per la popolazione umbra, partendo dal dato che il 56% dei cittadini italiani non comprende come funzioni l’Unione Europea, soprattutto i giovanissimi e gli anziani, i quali si sentono lontani dal processo di integrazione. Si riscontra ancora un deficit di informazione, opinione pubblica e formazione degli operatori dell’informazione.
Punto di vista prettamente giornalistico, quello di Giuseppina Peterniti, che riscontra quanto sia importante il rapporto di fiducia che si può creare tra il giornalista e il suo pubblico. Il rapporto di fidelizzazione può essere importante per quelle che spesso sono le sfumature di un argomento sufficientemente complesso da trattare e da par comprendere. «Per poterci parlare oggi e superare l’enorme gap di comprensione, è necessario uno sforzo fortissimo da parte della scuola di base italiana», ha dichiarato la Paterniti.
Il racconto giornalistico che ormai si sviluppa sui tanti mezzi di comunicazione, deve anche integrarsi alle piattaforme sociali, che al giorno d’oggi si intrecciano costantemente con la nostra vita quotidiana: il racconto dunque, deve diventare sempre di più un dialogo, lontano dalla comunicazione fredda e statica. Questo approccio alla comunicazione non può che favorire la nascita di un giornalismo più complesso, dove importantissimo diventa l’apporto della potente figura che fino a ieri era soltanto il fruitore della notizia, ma che adesso ne diventa parte attiva.
Fabio Raspadori nella sua relazione ha sviscerato il punto chiave della comunicazione europea che vede come essenziale il rapporto tra istituzioni e cittadini, fatto di limiti e aspetti che andrebbero corretti. Dall’ultimo euro barometro, risulta che le istituzioni europee sono distanti dal cittadino: soltanto il 39% dei cittadini risulta avere un’immagine positiva dell’Unione Europea, il 53% crede che la propria voce non sia presa in considerazione e solo il 9% si identifica con l’Unione. Altro dato preoccupante è quello relativo all’affluenza alle urne: il 42,61% della popolazione ha votato nel 2014, contro il 61,99% del 1979.
Dunque come riguadagnare la fiducia dei cittadini? Per Rapsadori è necessario decentrare la comunicazione, comunicando di più con i cittadini invogliandogli a recepire i feedback provenienti dai fruitori e il going local. La commissione si è data da fare per migliorare la comunicazione e riguadagnare fiducia e sostegno, ma non ha funzionato soprattutto se si guarda alle reti di informazione locale, poco coinvolte nel circuito decisionale. E ancora, per migliora la situazione si potrebbe razionalizzare il sistema delle reti esistenti, accorpandone alcune, investire in competenze e formazione sul territorio, assegnare maggiore autonomia e flessibilità alle reti sul territorio con consultazioni ex-ante ed ex-post, dare maggiore sostegno ad iniziative della società civile in materia di comunicazione europea e avere la capacità di rilevare best practices presenti sul territorio.
Ewelina Jelenkowska-Luca ha sottolineato in primis l’importanza di capire cos’è l’Unione Europea e a chi spetta la responsabilità della comunicazione. Tale responsabilità spetta certamente alle istituzioni dell’Unione europea, ma anche ai paesi stessi coinvolti nell’Unione. «E’ una nostra responsabilità comune, come l’Unione Europea è un progetto comune. Capire l’Europa è responsabilità dei moltiplicatori ma anche dei cittadini stessi», ha dichiarato Jelenkpowska-Luca.
Fabiola Barile