SOCIAL TV, LA TV CHE SI PARTECIPA

Dinamiche relazionali e consumo televisivo. Questo è il tema del panel “Social Tv, la tv che si partecipa” che ha avuto luogo venerdì 17 aprile, alle 18, presso Palazzo Sorbello. Hanno partecipato Giampaolo Colletti, giornalista e storyteller, Lella Mazzoli, Università di Urbino e Scuola di giornalismo di Urbino, Ilaria Nicosia, digital XFactor e Alberto Puoti, autore di Virus Rai 2.

“Per Jeff Jarvis i media dovrebbero investire di più sui business delle relazioni e non solo in quello dei contenuti” con questa citazione Giampaolo Coletti ha introdotto la discussione per poi parlare di una nuova tipologia di televisione, non più paludata e antica, ma nuova, partecipata e sperimentale.
L'incontro si è concentrato sulla moltiplicazione delle social tv, attraverso due esempi di grande successo: il format di XFactor, trasmesso su Sky, e il talkshow Virus, in onda su Rai2.
La grande fortuna di XFactor è la capacità di unire diversi livelli di racconto. Il format è una macchina complessa che si muove al di là delle 12-13 puntate annuali, oltre quello che il pubblico vede in diretta. Il rapporto diretto con gli spettatori è fondamentale:“Chi ci segue sa bene che non ci fermiamo mai perché seguiamo i vincitori – ha dichiarato Ilaria Nicosia- raccontiamo la fase di pre casting e le audizioni”. XFactor è un programma di per sé molto social: non solo il pubblico partecipa attivamente e decide le 'sorti' dei concorrenti ma commenta anche la qualità della puntata, se piace o meno. Tutte queste attività correlate, sono utilizzate dal team digital per attirare altro pubblico attraverso qualunque tipo di dispositivo, dalla tv al cellulare.
Grazie a questa nuova tipologia di televisione, il pubblico si sente coinvolto dal programma ,“quasi cannibalizzato” ha confermato Colletti. Nonostante la crisi dei talkshow, Virus è un programma che mantiene costante il suo rapporto con gli spettatori, coinvolti più dai social media che dallo share televisivo, grazie anche alla a novità del programma che inserisce nella sua scaletta un'agenda di lettura dei flussi dei social network e l'analisi dei Big data. Gli autori televisivi sono ormai 'autori cross', capaci di muoversi attraverso le opinioni che il pubblico condivide su Twitter e Facebook.
Durante il dibattito, poi, emerge un dato interessante: l'informazione non passa piu attraverso la televisione generalista ma viviamo nell'era del mobile first: il 73% delle persone (+21% rispetto agli anni passati) decidono di informarsi attraverso il web. E questa azione avviene soprattutto nei momenti di pubblicità dei programmi televisivi. Per Lella Mazzoli, in questo sta la grande rivoluzione della social tv che unisce diverse voci e amplia la partecipazione dal basso, come un “patchwork di nuovi palinsesti che lo stesso pubblico si crea, rispetto a quello tradizionale”
Secondo gli ultimi dati dell'osservatorio News Italia di Urbino, che verranno diffusi giovedì 23 durante il Festival del giornalismo culturale, la popolazione giovane è abituata a fare piu cose contemporaneamente: per questo motivo, l'informazione deve essere data in modo veloce.
Questa è la grande rivoluzione della social tv, non in senso tecnico ma in senso culturale.

Daniela Larocca