FREEDOM OF INFORMATION ACT ITALIANO A PORTATA DI MANO

18 aprile 2015, ore 11.00 – Sala del Dottorato, Perugia
Intervengono:
David Cabo, co-fondatore e direttore Civio Foundation
Anna Ascani, deputato Partito Democratico
Helen Darbishire, fondatore Access Info Europe
Ernesto Belisario, Osservatorio Open Government
Modera: Guido Romeo, Wired Italia

L’Italia è uno dei pochi paesi europei in cui manca ancora una legge che assicuri ai cittadini il diritto di accesso alle informazioni. Il Freedom Of Information Act italiano, promosso dalla campagna FOIA4Italy, sarà presto discusso in Parlamento. La proposta di iniziativa governativa si baserà sul lavoro delle associazioni che sostengono il diritto alla trasparenza e che hanno presentato una raccolta firme per sensibilizzare i cittadini e velocizzare il percorso della legge.

L’iniziativa di un FOIA italiano, spiegano i partecipanti al panel, nasce dalla necessità di garantire un’informazione consapevole alla cittadinanza attraverso un reale libero accesso alle informazioni e agli atti della pubblica amministrazione.

I tempi sono ormai maturi anche in Italia. “Il mondo di oggi non è lo stesso del 1992, quando in Italia apparivano le prime deboli leggi sull’accesso agli atti amministrativi”, ha detto Darbishire. La proposta si inserisce nel contesto favorevole della riforma della pubblica amministrazione e in un trend europeo e mondiale a favore del riconoscimento di questo diritto, profondamente legato alla libertà d’espressione.

Il testo, dice Ernesto Belisario, si basa su dieci punti fondamentali senza i quali la legge non potrà essere considerata un FOIA al livello degli standard interazionali. Il diritto di accesso per chiunque senza l’obbligo di motivazione farà della trasparenza un diritto civico e non più uno strumento per la tutela di altri diritti. Inoltre, saranno oggetto della legge tutti i documenti, gli atti e le informazioni in possesso della pubblica amministrazione e delle società partecipate.

Le risposte delle amministrazioni dovranno essere veloci e a costi contenuti in modo da evitare ostacoli tecnici all’accesso da parte dei cittadini e anche i rimedi giudiziari per l’accesso negato dovranno essere gratuiti. Infine, la legge prevede sanzioni nel caso di accesso illegittimamente negato.

Il deputato Ascani ha sottolineato che il ruolo di controllo sull’operato della pubblica amministrazione sarà affidato all’Autorità Nazionale Anti Corruzione che si occuperà anche della verifica dell’interesse pubblico nei casi in cui arrivino molte richieste di informazioni sugli stessi documenti da parte dei cittadini.

L’esempio della Spagna, che ha approvato il FOIA quattro mesi fa, mette in guardia da alcuni rischi connessi. In proposito, David Cabo avverte che avere una legge non significa che il proprio diritto venga rispettato. “In Spagna, è difficile essere ottimisti perché ci sono ancora molti ostacoli, tra cui l’educazione degli amministratori pubblici e la consapevolezza dei cittadini su come usare gli strumenti per la trasparenza” ha commentato, “monitorare l’operato degli organismi di controllo della legge è cruciale”.

Il governo italiano ha preso in considerazione il FOIA inserendolo per la prima volta nella stesura del Documento di Economia e Finanza. Ora si attende l’esame parlamentare della proposta, ma, assicura Romeo: “Nel 2016 avremo il FOIA italiano”.

Laura Lisanti