In che modo i giornali italiani parlano di Asia? Se ne é discusso nel panel "L'Oriente sui media italiani" che si è tenuto oggi sabato 18 aprile alle 12 nella Sala Priori dell'Hotel Brufani. Ospiti dell'incontro: Simone Pieranni, fondatore dell'agenzia editoriale China Files e cronista per la redazione esteri del Manifesto, Giulia Pompili giornalista del Foglio e Junko Terao di Internazionale.
Il primo problema che emerge é la scarsa conoscenza geografica del continente da parte dei media italiani e del perché questi argomenti vengano trattati nei nostri giornali in modo diverso rispetto a quelli stranieri.
A differenza dei quotidiani internazionali, le nostre testate parlano poco di ciò che accade in Asia.
A spiegarci il perché é Giulia Pompili da due diversi punti di vista: quello del pubblico e quello del giornalista. Per i lettori, queste notizie sono di difficile comprensione perché geograficamente troppo lontane: non c'è differenza tra un fatto che accade in Cina, Giappone o Corea del Sud. Dall'altra parte, invece, ci sono sempre meno cronisti che scrivono di Oriente. É prima di tutto un problema economico: i quotidiani italiani hanno ridotto i loro budget diminuendo il numero di inviati. C'é anche la difficoltà della veridicità della fonte primaria e del rapporto di fiducia tra quest'ultima e il pubblico: il giapponese, per esempio, crede solo a ciò che legge sulla carta stampata. Poi c'è questione della non conoscenza della lingua. Ci si chiede qual é l'Asia di cui parlano i nostri giornali? A rispondere é la giornalista italogiapponese Junko Terao: "I giornali stranieri - dichiara l'editor di Asia e Pacifico per Internazionale - dedicano un'attenzione maggiore non solo alla Cina, ma anche al resto del continente grazie al numero più alto di investimenti sul posto". Grandi testate straniere come il New York Times, Le Monde o The Guardian hanno corrispondenti sparsi in Asia e hanno ancora uffici di corrispondenza sul posto, rendendo migliore la qualità della copertura giornalistica delle notizie che parlano di esteri. I giornalisti stranieri, infatti, conoscono bene la lingua e la cultura del Paese in cui si trovano. In Italia, invece, quando si parla di Oriente si fa riferimento spesso solamente alla Cina e, solo in rari casi, anche agli altri Stati asiatici. Da non sottovalutare le scelte che derivano dalla precisa linea editoriale di una testata: quale e quanto spazio dedicare a queste notizie?
Ilenia Inguì