Il secondo incontro #IjfTalk tenutosi questo pomeriggio alle 16,45 al Teatro La Sapienza di Perugia ha visto sul palco Andrea Iannuzzi, direttore di AGL (Agenzia dei Giornali Locali del Gruppo Editoriale L’Espresso) che ha parlato dell’attuale rapporto tra brand e piattaforme.
Per spiegare l’attuale rapporto tra brand e piattaforme il direttore di AGL ha utilizzato come metafora “The Lego Movie” , recente successo cinematografico di Phil Lord e Chris Miller. Come nel mondo dei mattoncini, anche quello dell’informazione è, secondo Iannuzzi, minacciato da un Lord Business che si incarna in quello che definisce “Impero della tripla A: Algoritmi, Analisi e Aggregatori”. Ad opporsi a questo predominio ci sono anche in questo caso dei “master costruttori”, cioè i professionisti dell’informazione alla ricerca di “Lo speciale” (i lettori) che possiede il pezzo forte capace di abbattere il nemico.
“Se vogliamo veramente toccare ‘quelli speciali’, noi giornalisti dobbiamo proporre delle nuove forme di intermediazione e mettere in discussione i concetti di prossimità che hanno sempre caratterizzato il quello di notizia”. Iannelli ha poi proposto l’introduzione di un nuovo concetto di prossimità che non dipende più da concetti geografici, socio-culturali, ma emotivi.
Nel contesto spaziale le distanze si annullano. Quello che facciamo in rete è guidato dalle nostre emozioni e quindi subentra il concetto di prossimità emotiva. La prossimità emotiva è quello che ci spinge a sporcarci le mani. Anche una semplice ‘condivisione’ è un atto di implicazione”.
Compito delle forze del “bene”, ha affermato Iannucci, è quello di dare vita a una sorta di “The information Game” cioè di “costruire qualcosa e di farlo attraverso le relazioni e alla capacità dei contenuti di adattarsi ai contenitori, cioè ai metadati. Non c’è bisogno di nient’altro per raggiungere il destinatario. E proprio questo che ha messo in crisi i media tradizionali dato che le piattaforme decidono ora grazie ai loro algoritmi il dove, il come e il perché della pubblicazione di una notizia.”.
Ma in questo equilibrio così precario e in un contesto di continua evoluzione che ci allontana sempre di più dalla considerazione “tradizionale” che “quelli speciali” hanno dei media, cosa sono gli editori? Iannuzzi ha risposto: "Diventano dei brand che stanno immaginando di entrare nelle piattaforme, lavorare nelle piattaforme con il loro valore aggiunto che è quello della garanzia della qualità dei loro contenuti.”
Fabiana Liguori