È possibile descrivere il mondo attraverso immagini animate? E se queste immagini non fossero che un gioco di suoni, movimenti e parole che cercano di descrivere la realtà e offrircela a portata di mano? Il videostorytelling è stato il protagonista indiscusso del workshop intitolato “Videostorytelling: a lezione dai grandi del mondo” - tenutosi oggi alle ore 16 nella Sala Perugino dell’hotel Brufani – con la partecipazione di Celia Guimaraes, giornalista di Rai News, e del giornalista storyteller Giampaolo Colletti. L’evento è stato un’occasione per comprendere il ruolo che il videostorytelling ha nelle narrazioni contemporanee, dalla questione siriana sino alla lotta alla guerra, ma anche per meglio posizionarci in una società che mano a mano sta diventando virtuale nei contenuti che offre. In questa occasione, i due esperti di storytelling hanno precisato l’importanza delle immagini nella descrizione degli eventi che ci circondano, sottolineando che le parole – nel lavoro giornalistico – hanno potere solo se raccontano qualcosa di vero, se nelle storie che raccontano le persone prendono vita. Attraverso la proiezione di alcuni video, sono stati forniti esempi di videostorytelling, tra i quali il famoso spot pubblicitario “Il gioco prima del gioco”, che attraverso un flusso continuo di immagini di città brasiliane e gif animate, vuole raccontare le paure del popolo brasiliano in occasione dei mondiali di calcio del 2014. Ma si è anche discusso del ruolo che gli smartphone stanno avendo nella vita di tutti, complici i social network, che secondo la giornalista di Rai News stanno aprendo le porte verso un futuro non poi cosi lontano. Il cellulare diventa la cassetta degli attrezzi di ognuno di noi, la realtà virtuale è alla nostra portata, possiamo assistere alle macerie della guerra siriana anche stando stesi nel nostro letto, lontano dalle paure e dalla morte. Il videostorytelling allora serve anche per questo: per descrivere il mondo e renderlo il più comprensibile possibile, attraverso un linguaggio universale formato da immagini ma soprattutto da storie che necessitano di essere raccontate. Ma il videostorytelling è anche altro, sostiene Celia Guimaraes: esso deve colpire una parte di noi, che sia il cuore, o lo stomaco oppure la pancia per essere davvero efficace.
Mohamed Maalel