“La cura è una speranza per tutti”. Con queste parole Luca De Biase (Il Sole 24 Ore) ha esordito durante l’incontro-presentazione del libro “la Cura” edito “Codice Edizione” , presso Palazzo Sorbello, con Salvatore Iaconesi (fondatore di Art is Open Source) e Oriana Persico (Art is Open Source).
È il 2012 quando Salvatore scopre di essere malato di cancro al cervello, da quel momento io poi comprende che durante la malattia non è da solo: ad ammalarsi è anche la sua famiglia, i suoi amici e la sua compagna, Oriana. Cosa vuol dire curarsi? Curarsi molto spesso porta ad una scissione tra l’essere umano e il paziente, pura entità amministrativa-burocratica. Ammalarsi e poi curarsi, molto spesso, significa perdere parte di poter sul proprio corpo, come se l’essere umano venisse annientato dall’essere paziente, separato dal mondo: in ospedale si va, infatti, separati da amici e parenti che possono vederti solo in determinate ore.
Quando Salvatore si trova in ospedale, avanza una richiesta tanto semplice quanto, però, complicata agli occhi dei medici: “Voglio vedere l’immagine del mio cancro” chiede agli infermieri. Dopo varie vicissitudini e difficoltà riesce ad avere il cd con il referto medico, che però è in formato “dicom”, ovvero un formato che è difficilmente leggibile se non si è del campo, cioè se non si è medico o chirurgo. Quel cd infatti non era destinato all’essere umano Salvatore, ma al paziente Salvatore, che lo avrebbe successivamente portato ad un medico, sicuramente più esperto di lui. Tutto ciò è conferma di una sorta di “sovranità limitata del proprio corpo”, come afferma Oriana. Salvatore, però, è un hacker e così riesce a convertire il file del SUO tumore in j.peg, pubblica tutto online: tutto ciò porta alla nascita de “La cura”, una performance per riappropriarsi del proprio corpo e della propria personalità. Dal momento in cui Salvatore carica online, su youtube, il suo messaggio la notizia viene ripresa sia dai media nazionali che da tutto il mondo. Da ogni parte del mondo arrivano messaggi in quella che può essere definita una performance globale.
Un libro, una performance, per raccontare due punti di vista diversi, lui essere umano- paziente e lei, compagna di viaggio, e per essere d’aiuto agli altri.
Rossella Fallico