La “security” è confidenzialità, integrità e disponibilità”. Con queste parole, presso la Sala Priori dell’Hotel Brufani, ha esordito Guido Bolognesi (consulente sicurezza informazioni) parlando del rapporto tra gli hacker e i giornalisti in “Dagli hacker ai giornalisti: prove di dialogo tecnico e basi di tecnologia e sicurezza”. L’information security è un tema molto complesso, che porta con sé tanti prerequisiti, motivo per cui generalizzare non porta sempre a conclusioni adeguate e corrette. Bolognesi ha evidenziato alcuni dei termini chiave del mondo “hacker”, ripercorrendo alcune tappe fondamentali della storia dell'informatica.
Tecnicamente Bolognesi ha, ad esempio, fatto riferimento allo space shuttle: il codice che girava nella navetta era composto da 400.000 righe e non si è ma registrato un incidente che dipendesse da queste codici. Gli unici, nel 1986 e nel 2003, furono dipendenti da un problema meccanico. Ancora termini tecnici come “Cyber”, che deriva dal greco “capace di manovrare, “buon pilota”: il primo esempio è del 1948 quando Norbert Wiener definì la cibernetica come lo studio scientifico del controllo e della comunicazione tra l’animale e la macchina. Bolognesi ha poi ripercorso alcune tappe fondamentali del “mondo hacker”: al 1986 risale il primo caso, documentato, di intrusione informatica; nel 1988 il primo programma informatico che utilizza la rete per saltare da un calcolatore all’altro; nel 1991 esce “The New Hacker Dictionary” nel quale Eric Raymond vuole difendere il buon nome degli hacker; nel 1998 i “L0FT” vengono chiamati a testimoniare sullo stato di sicurezza di internet davanti ad una commissione del congresso Usa; al 2013 risale l’aggressione al New York Times.
Quale il rapporto esistente tra hacker e giornalisti? La stampa ha un ruolo divulgativo e di formazione importante e potente in merito alla sicurezza; il giornalista deve capire le implicazioni, poiché generalizzare non va bene per far capire al lettore il lavoro degli hackers.
Occorre stare attenti al messaggio da divulgare attraverso la stampa, per evitare di trafugare informazioni.
Gli hacker, da parte loro, possono accettare compromessi, semplificare in nome della divulgazione e confrontarsi di più con altri ambienti.
Rossella Fallico