"Il cuore del potere. Il Corriere della Sera nel racconto di un suo storico giornalista". È il titolo del libro presentato oggi, alle 14, presso Palazzo Sorbello, nell'ambito del Festival del Giornalismo di Perugia. In sala, insieme alla scrittrice e giornalista Sandra Bonsanti, l'autore del libro Raffaele Fiengo, scrittore e giornalista nonché storica firma del Corriere. Si è parlato di giornalismo, di giornalisti e di come dovrebbe essere il giornalismo oggi. Ma soprattutto l'attenzione è stata focalizzata su tutti quei poteri, più o meno occulti, che influenzano in modo decisivo il modo di fare giornalismo. In passato, come oggi. «Raffaele ha fatto un lavoro di scavo - ha detto Sandra Bonsanti nell'introdurre la discussione - si è riletto pagine e pagine per capire i sintomi: ovvero quali notizie non erano vere notizie, ma servizi fatti a qualcuno». Quindi il tema del fact-checking, che va fatto subito. "Per capire quando qualcosa non è frutto di una notizia, ma serve a qualche potere» ha proseguito Bonsanti. Uno dei poteri, fra gli altri, su cui il lavoro di Fiengo getta una luce, è la Loggia P2: l'influenza che la loggia massonica ha avuto sul giornale milanese in alcuni periodi della sua storia. «Ci sono stati momenti nella storia d'Italia e quindi del Corriere - ha detto Fiengo - in cui esisteva un progetto che camminava in modo occulto per il controllo del paese. Un progetto organico per avere persone nelle posizioni che contavano. Non un colpo si stato - persegue Fiengo - ma un'occupazione dei punti principali del paese». Se la situazione, negli anni 60 e 70, non era delle migliori per il giornalismo, per la storica firma del Corriere non c'è da essere contenti nemmeno oggi. E lo denuncia apertamente: «In questi tempi c'è un estremo bisogno di giornalismo, che però non c'è. Ci sono molti giornalisti, ma non c'è giornalismo. E le ragioni sono molte». Manca la funzione principale del giornalismo, ed è quella di dire la verità anche quando è pericolosa. «Il giornalista è una figura fondamentale per il funzionamento della democrazia» ha detto Fiengo, che aggiunge: «Noi adesso non stiamo vedendo le cose, e non ce le fa vedere la mancanza di giornalismo». Sandra Bonsanti sembra spezzare una lancia in favore dei giornalisti di oggi, più svantaggiati rispetto a quelli di quarant'anni fa: «Noi avevamo le spalle coperte dai direttori - ha detto Bonsanti - oggi anche la figura del direttore è un problema, perché si assume meno responsabilità rispetto quarant'anni fa. Oggi - conclude - è difficile anche pretendere giornalismo». In chiusura, Raffaele Fiengo si è detto preoccupato per la stabilità delle democrazie europee: «Sono convinto che la democrazia sia in pericolo in tutti i paesi d'Europa. Perché le cose che non vediamo oggi sono più gravi di quelle che non vedevamo in passato». La soluzione a questo problema dovrebbe essere quella di formare i nuovi giornalisti di oggi: «Abbiamo bisogno, noi giornalisti, di formare e qualificare tutti i ragazzi che vogliono fare questo lavoro»
Nicola Brandini