Spirito libero: l’evoluzione della narrazione eno-gastronomica

Cosa vuole sapere la gente quando raccontiamo di enogastronomia? A questo ha cercato di rispondere il panel che si è tenuto giovedì 6 aprile nella sala di Palazzo Sorbello in collaborazione con Federvini.
A trattare il tema sono intervenuti esperti del settore, Federico Quaranta, speaker del programma radiofonico Decanter in onda su Radio2, Sandro Boscaini, presidente di Federvini e produttore di vino, e Cristiano Carriero, storyteller e content marketer. A moderare l’incontro Elena Russo, autrice di Radio Rai.
Negli ultimi quindici anni la narrazione enogastronomica ha cambiato radicalmente faccia, grazie soprattutto al programma Decanter e a chi ne è al timone, Quaranta e Tinto (Nicola Prudente, ndr). “Io affronto il modo di raccontare vino e cibo preparandomi sempre, nella quotidianità – ha spiegato il conduttore - poi utilizzo un linguaggio leggero e scanzonato, spesso semplificato, ma la base deve essere solida e portante e per realizzarla io leggo e mi documento sul vino e sul cibo tutti i giorni. Per fare comunicazione di vino e di cibo si deve essere seri, non seriosi.”
Secondo Cristiano Carriero un racconto enogastronomico che funzioni deve avere quattro caratteristiche fondamentali; profondità, climax, digressioni e un’origine che attraverso una narrazione coinvolgente porti al prodotto. Da evitare assolutamente banalità e stereotipi.
Sandro Boscaini non ha dubbi, Il vino è il prodotto più rappresentativo del territorio. Non solo perché proviene dalla terra, ma soprattutto perché è l’unico, insieme all’acqua minerale, che si presenta con un’etichetta completa, che ne descrive tutta la formazione, da chi l’ha coltivato fin dove è stato imbottigliato.
Per Federico Quaranta sono proprio i produttori i veri protagonisti, “quando parliamo di cibo, e in particolare di vino, raccontiamo storie di uomini, poiché senza uomo non ci sarebbe vino visto che in natura dall’uva si passa all’aceto. Nel vino c’è la personalità e la passione di chi ha curato le viti e poi ne ha tirato fuori il prodotto”. Concorda il presidente di Federvini “Spesso i vini sono prodotti antropologici, prodotti delle genti e dei popoli. Per questo il vino deve essere locale, deve essere esportato in tutto il mondo ma in tutto il mondo deve portare la sua identità” .

Alessia Sirci