Tanto divertente quanto interessante il panel di oggi pomeriggio alle 17.45, nella Sala del Dottorato: "Le notizie spiegate a mio figlio". Sono intervenuti Mathew Ingram, giornalista di Fortune Magazine, Jeff Jarvis della City University di New York, Lucy Marcus CEO della Marcus Ventur Consulting e suo figlio di dieci anni Maximilian Wolff. Gli speakers hanno parlato di tutto ciò che riguarda l'informazione in relazione al mondo dei bambini, e di Maximilian in particolare. «L'argomento di questo panel - ha esordito la madre di Maximilian, Lucy Marcus - è adatto a tutti: genitori, insegnanti e giornalisti, per capire in che modo si possono raggiungere le nuove generazioni. È la prima volta che c'è un panel di questo tipo». La discussione è stata scandita da numerose domande che la madre, insieme a Jeff Jarvis e Mathew Ingram, ha rivolto a Maximilian. È stato chiesto da dove attingesse le notizie: «Guardian, Cnn, New York Times - ha risposto Max - ma non da Fox News, quello non lo guardo». Il piccolo Max continua: «di solito non guardo nemmeno i telegiornali per bambini, perché ci danno informazioni poco dettagliate». Le domande in rapida successione e l'atteggiamento molto intraprendente da parte di Maximilian hanno divertito il pubblico. «Quando hai cominciato ad essere consapevole e interessato alle notizie?», ha chiesto Jarvis. «La cosa che mi ha fatto avvicinare all'informazione è stata la satira - ha detto Max - poi ho iniziato a guardare i notiziari come la BBC o la CNN». Maximilian ha poi parlato del suo atteggiamento di fronte a notizie come gli attacchi terroristici: «a volte mi spavento, soprattutto quando vedo immagini di cadaveri, quelli mi fanno paura». Ed è proprio questa cosa che, secondo lui, i telegiornali dovrebbero migliorare: «forse, potrebbero far vedere meno immagini di cadeveri», ha detto. Ha poi spiegato il perché preferisce guardare video che spiegano le notizie: «nei video ci sono contesto e antefatto, questo mi aiuta a capire più facilmente cosa è successo». Maximilian ha confessato di voler diventare giornalista, un giorno: «magari un giornalista d'inchiesta».
Nicola Brandini