Scrivere sulla frontiera. Ricordo di Alessandro Leogrande

L'incontro è interamente dedicato ad Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista pugliese, deceduto, appena quarantenne, lo scorso novembre.
“Uno cresciuto sotto l'orizzonte di Taranto non poteva che essere un artista”. Queste le parole con cui Mario Desiati (finalista al premio Strega nel 2011) racconta il collega e amico. “Un grande intellettuale militante, lucido e razionale, diventato scrittore per necessità di raccontare”, gli fa eco Emiliano Morreale, che conobbe Leogrande nelle aule della Sapienza.
“Alessandro raccontava la storia contropelo, dando voce ai veri testimoni, a coloro che ne portano le stimmate”, spiega Nicola Lagioia (direttore del Salone del Libro di Torino 2017, scelse proprio Leogrande come collaboratore).
“Un ragazzo capace di capire i drammi della globalizzazione, quando nessuno sembrava ancora esserne in grado. Lui, invece, – giovanissimo – poteva farlo, perché aveva assimilato il messaggio del Novecento nella sua complessità”, chiosa Lorenzo Pavolini, con Alessandro a Radio 3.
Quello che emerge è il ritratto sfaccettato di un intellettuale moderno, mosso fin dall'adolescenza dal desiderio di “capire e fare”: esplorava la realtà attorno a lui (Taranto e l'Ilva, poi la Puglia e il caporalato, l'Albania e gli sbarchi dei migranti, il G8 di Genova, fino all'America Latina, dove Leogrande voleva “capire” qualcosa in più sui regimi) e poi la raccontava. Capace di unire le componenti intellettuale e sociale, aperto al dialogo, colmava finalmente il deficit di comunicazione con cui la Sinistra italiana convive da sempre. Una comunicazione lucida e razionale, quella di Leogrande, che non rinunciava però al gusto della narrazione e del racconto: i suoi sono veri e propri reportage letterari, la cui lettura andrebbe consigliata agli studenti delle scuole superiori.
Mario Desiati propone una sorta di inventario in ordine alfabetico (dalla A alla T) per ricordare l'amico: spiccano la lettera B di bontà, la E di empatia, la M di Maiellaro (calciatore del Taranto che ci riporta a un'altra passione di Leogrande), la P di politica e Puglia, la R di rivista letteraria (Lo straniero) e infine la T, di Taranto. La prima, vera frontiera affrontata da Alessandro Leogrande: “A Taranto, uscendo sulla terrazza, la prima cosa che vedevi era la cortina di fumo dell'Ilva. Proprio di fronte a quella nebbia lui ha lanciato la sua sfida: quella di diradarla, per rendere più accessibile la realtà, a tutti noi”.

Rebecca Mellano