“Facebook – editori fine di una storia? E ora che si fa?” È il titolo del panel discussion che si è tenuto oggi, venerdì 13 aprile 2018, in un gremito Teatro della Sapienza, nell'ambito della XII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, a Perugia.
Mario Calabresi, direttore La Repubblica, Raju Narisetti, Ceo Gizmodo Media Group, Aron Philhofer, Temple University e Vivian Schiller, membro Scott Trust hanno discusso della travagliata storia d’amore tra editori e il più grande social media al mondo, confrontandosi su cosa gli editori possono e dovrebbero pensare ora e in futuro.
Una iniziativa strategica. Così potrebbe essere usato Facebook, dato che è utilissimo poiché rappresenta il modo più conveniente per attirare persone sul sito web con i suoi tre miliardi di utenti attivi ogni anno. Non è possibile ignorarlo.
Ben l'80% della crescita dei profitti da pubblicità viene fagocitata da Google e Facebook, alle aziende quindi resta da spartire solo il restante 20%.
Per quanto Facebook, il social necessità di una pulizia poiché colmo di spazzatura. Vengono infatti realizzate campagne pubblicitarie false fatte da account falsi che utilizzano i siti web di diverse testate giornalistiche online, come La Repubblica. Queste azioni rappresentano truffe per potersi impadronire di dati sensibili di migliaia di persone che poi contattano la testata chiedendo il motivo di queste false campagne pubblicitarie. Il problema è che Facebook da questa spazzatura ricava moltissimo denaro.
Quello di Google, invece, è un modello diverso. Il motore di ricerca si posiziona infatti come amico degli editori. È più facile per loro poter condividere dati rispetto A Facebook perché trattenere i dati è un business model, se non si raccolgono il modello non funziona.
Catia Marcucci