IL LETTORE INVISIBILE. DAVVERO GLI ITALIANI NON LEGGONO PIU’?

Giornalismo e lettura sono due facce della stessa medaglia, quella della conoscenza e della curiosità. In questa 12^ edizione del Festival Internazionale del Giornalismo si è parlato, appunto, di lettura e del perché in Italia si legga sempre meno.
Nell’incontro “Il lettore invisibile. Davvero gli italiani non leggono più?”, che si è svolto nel Teatro della Sapienza di Perugia, Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio3, Annamaria Testa, consulente di comunicazione e scrittrice e Loredana Lipperini, speaker di Radio3 - che ha moderato l’evento – hanno discusso della lettura in Italia oggi.
Loredana Lipperini ha dato il via alla discussione osservando che alla base della diminuzione della lettura nel nostro paese c’è una mancanza di curiosità da parte dei non-lettori, forse dovuta alla concezione della lettura come dovere e non come piacere.
Marino Sinibaldi, ormai da anni impegnato nella diffusione della letteratura attraverso il mezzo radio, porta il suo contributo affermando che “l’argomento è più complicato di quel che sembra. La lettura è un mezzo e come tutti i mezzi deve portare al raggiungimento di un obiettivo: ma qual è l’obiettivo al quale ci conduce la lettura? Sappiamo che la voglia di leggere è nata grazie a fattori politici - che hanno incrementato la voglia di conoscenza – che si sono fusi durante i decenni con lo sviluppo del paese e delle tecnologie in generale. I lettori come quelli di una volta,” conclude Sinibaldi “non ci saranno più. I lettori sono una minoranza – seppur significativa - in mezzo ad altre minoranze. Mi sono accorto negli ultimi anni che è necessaria una maggiore cura verso questi lettori, una cura delle parole, della concentrazione, dei contenuti, perché la fine del libro non è la fine del mondo, ma la fine del libro è la fine di un mondo”.
E’ la volta di Annamaria Testa che incanta la platea facendo un’analisi limpida e appassionata di quello che rappresenta per lei la lettura. “La prima cosa da fare” dice la Testa, “è cambiare sguardo, guardare da un punto di vista diverso. Leggere è un fatto di democrazia, e un buon motivo per curare le capacità di lettura è che questa è l’espressione di un diritto di cittadinanza. E’ necessario trovare il modo di migliorare ciascuno poco a poco, e non attraverso queste campagne di promozione della lettura che sono state fatte sono false, controproducenti e offensive”.
Anche la forma della lettura viene presa in esame: “non c’è un metodo sbagliato di rapportarsi con un libro, ognuno deve sviluppare il suo, ma bisogna conservare la capacità di leggere testi su carta perché, al contrario di quella su ebook, la lettura di cartacei ha bisogno di pensiero lento che è quello che ci porta a esprimere la nostra parte di ragionevolezza. Inoltre, sviluppa il pensiero critico del lettore, ovvero la capacità di far proprio un testo, di ragionarci sopra, di istigare una serie di domande”.
L’incontro si conclude con una serie di suggerimenti che la Testa propone per preservare e promuovere la lettura: primo tra tutti il coordinamento di tutte le risorse italiane, che devono iniziare a considerare il diritto alla lettura un diritto civile. Poi, a seguire, il non trasformare la lettura in un compito, ma lasciare che sia un piacere. Lasciare libera scelta ai bambini sui testi da leggere, e sincerarsi che non ne debbano leggere solo dei frammenti, ma che possano leggere l’intero libro. L’appello finale è, infine: “facciamo leggere ai ragazzi cose che gli piacciano in tempi protetti, a scuola. Facciamo che la scuola sia un posto dove la lettura può essere mantenuta”.

Baldino Giulia