Come ogni anno, uno degli eventi più attesi del festival, soprattutto tra i più giovani, è l’incontro con Diego “Zoro” Bianchi e i suoi compagni, accompagnati dall’immancabile band dal vivo.
Propaganda cambia nome, ma non i propri contenuti – come era immaginabile che fosse, dopo il passaggio del programma a la7: un format di successo, capace di unire più generazioni e di utilizzare l’arma dell’ironia e dell’intrattenimento per sensibilizzare su tematiche scottanti.
L’evento, dopo le presentazioni di rito, ha prima visto i momenti “spiegoni” di Marco Damilano e Francesca Schianchi, che hanno analizzato il recentissimo attacco missilistico in Siria – sottolineando l’ipocrisia dietro alle esultanze dei maggiori leader europei – e l’impasse politico italiano, in cui i contendenti premier più quotati hanno scelto posizioni tra loro opposte nello schierarsi con o contro l’Alleanza Atlantica.
Proprio la situazione politica del nostro Paese è stata protagonista delle carrellate di tweet e delle strisce di Makkox, che si è anche prestato alla parodia degli ultimi spot elettorali e a interpretare il leader del carroccio.
Ovviamente, non potevano mancare alcuni estratti dei viaggi di Zoro e di Mirko Matteucci, così da raccontare alla platea del Teatro Morlacchi gli umori pre e post elezioni e le difficoltà dei migranti al confine con la Francia.
L’appuntamento, quindi, è all’anno prossimo, nella speranza che qualcosa in Italia finalmente cambi – ma non la squadra di Propaganda.
Lorenzo Tobia