Il Festival internazionale del giornalismo ha chiuso la sua XII edizione in grande stile, portando a Perugia uno dei più popolari e amati esponenti del panorama artistico contemporaneo: Dario Brunori, meglio conosciuto come Brunori Sas. L’intervista, condotta da Luca Valtorta, ha esplorato e fatto emergere molti aspetti del cantautore e conduttore calabrese, che con ironia e profondità è riuscito a intrattenere una Sala dei Notari riempita in tutta la sua capienza.
A risultarne è stato un incontro dal carattere molto colloquiale, quasi intimo; il tema su cui si è concentrato inizialmente l’evento è stato quello della casa, della dimensione domestica: Brunori si è ‘sempre dipinto come un personaggio domestico’, così come ha voluto che i suoi testi fossero percepiti nella loro essenza, ovvero di ‘canzoni fatte in casa’. La residenza assume un significato particolare, una sintesi che racchiude l’amore per le proprie comodità, le sicurezze, lo ‘starci bene’, e il senso di soffocamento che questa campana di vetro spesso trasmette a chi vuole conoscere il mondo, nel bene o nel male, per incontrarlo e per scontrarcisi. Ma “casa” viene, anche e purtroppo, caricato in modo mediaticamente violento, come sottolinea l’autore – ricordiamo che Brunori Sas ha recentemente vinto il premio Amnesty International con la canzone “L’uomo nero” – notando come spesso il fattore identitario tenda a degenerare in criterio discriminatorio.
Temi di attualità come discriminazione o disoccupazione sono infatti cruciali nel lavoro di questo straordinario artista, il quale ha riconosciuto con orgoglio di aver superato la paura che aveva di parlarne, ma solo dopo aver compreso che il tono migliore per affrontare le questioni più spinose non è quello ‘professorale’: avrebbe di fatto deluso la sua voglia di partecipare alla discussione, risultando inadeguato, diventando un escluso.
Dopo un’analisi sul recente passato, così nostalgicamente rivendicato dalle generazioni precarie – mentre qualche anno fa la ‘vita tracciata, scandita’ veniva rifuggita – e sul presente, ‘un campo di battaglia che cambia completamente’, c’è stato spazio per la musica, il mondo che ha lanciato Brunori Sas sul palcoscenico della notorietà. E le sue parole, così abili a trasportare con emozione la platea, hanno concluso quella che è stata un’importante riflessione sulla realtà degli ultimi anni, tra incertezza, periferia, immigrazione, voglia di emergere.
Lorenzo Tobia