Il giornalismo, così come lo abbiamo sempre conosciuto, è cambiato: prima i giornalisti erano testimoni di eventi esclusivi ed inaccessibili; oggi tutti riescono a testimoniare quanto vedono. Dunque, il giornalismo deve puntare ad altro, deve specializzarsi: deve concentrarsi sull’analisi scientifica, per combattere la produzione di fake news.
Questi i temi centrali del panel “Giornalismo investigativo e tecnologie: #ijf19talk by Julia Angwin” presentato alla tredicesima edizione del festival del giornalismo, cui hanno preso parte Julia Angwin, direttrice e cofondatrice della redazione nonprofit indipendente The Markup, e Dan Gillmor, co-fondatore del News Co/Lab alla Walter Cronkite School of Journalism and Mass Communication presso l'Università dell'Arizona.Secondo Angwin è necessario basare l’intero giornalismo sul metodo scientifico.
Dunque, il nuovo giornalismo si dovrebbe basare sulla capacità di raccolta dei dati. A novembre 2016, in occasione delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, la redazione di The Markup ha costruito uno strumento capace di raccogliere e catalogare gli spazi pubblicitari presenti su Facebook, così da comprendere la portata della pubblicità politica. Per far ciò, è stato chiesto a tutti gli abbonati di scaricare sul proprio dispositivo il sistema studiato per intercettare questo tipo di informazioni.
Oltre ai risultati attesi, con l’uso di questo strumento The Markup ha ottenuto dati ed informazioni relativi ad inserzioni pubblicitarie volte alla ricerca di lavoratori per fasce d’età, modalità di selezione illegale negli Stati Uniti. Così, grazie alla capacità di analisi dei dati, è stata trovata un’informazione differente rispetto a quanto veniva cercato.
È importante raccogliere e saper leggere i dati, soprattutto quando le istituzioni che raccolgono i dati non hanno interessi ad evidenziare informazioni che potrebbero metterli in imbarazzo, come dati sulla violenza esercitata dalla polizia.
Un aspetto che preoccupa Angwin è il monitoraggio e la sorveglianza dei dati già in atto in Cina. Infatti, a causa una presenza musulmana, il Governo monitora ogni tipo di dato e ne calcola un algoritmo sulla base del quale determina la presenza di un rischio di carattere terroristico. In tal senso, si tratta di un uso distopico dei dati, esageratamente anticipato rispetto alle aspettative.
Serena Grasso - volontaria press office IJF19