TRACCIANDO LA VENDITA DI ARMI ALL’ESTERO DALL’ITALIA

Presso la Sala Raffaello dell'Hotel Brufani si è tenuta un'importante discussione su un aspetto spinoso della politica italiana: la vendita di armi ad altri Paesi. A intervenire e illustrare le questioni maggiormente salienti sono, nell'ordine, Ludo Hekman, tra i fondatori del progetto Lighthouse Reports, Benjamin Strick, membro di Bellingcat, e il giornalista di Rai 3 Lorenzo Di Pietro. A moderare il panel è la freelance Laura Silvia Battaglia.
Ad aprire la tavola rotonda è proprio quest'ultima, che introduce il lavoro portato avanti da Lighthouse, appunto in collaborazione con Bellingcat, che prende il nome di #EUarms: l'intento del progetto, spiega Hekman, è quello di fornire un feedback, altrimenti difficilmente reperibile, alle regolamentazioni nazionali del mercato delle armi. Infatti, per gli stati sarebbe praticamente impossibile capire dove gli armamentari - pesanti o leggeri che siano - siano effettivamente utilizzati. Il modus operandi avviene tramite dei bootcamp situati in diversi Paesi europei, in cui gruppi di giornalisti d'inchiesta si riuniscono e tentano, grazie all'aiuto di alcuni database e incrociando i dati, a collegare mittente e ricevente.
In questo processo, anche le immagini satellitari svolgono un ruolo fondamentale - e l'intervento del "guru di Bellingcat" Benjamin Strick è volto a dimostrarcelo. Tramite una breve successione di ricerche, muovendosi tra programmi, come Google Maps ed Earths, che permettono di ricreare immagini catturate nel passato, viene mostrato alla platea come risalire a informazioni che, altrimenti, farebbero "too much noise", senza dare alcuna risposta.
Infine, le parole di Di Pietro sono incentrate sulle falle della regolamentazione italiana, in cui godevamo di una situazione "più trasparente quando c'era Andreotti". Semplificando la complessità della questione, le problematiche sono collegabili alle infrazioni diffuse che i governi italiani hanno operato nei confronti della legge nostrana (n.185/1990) e alle norme comunitarie, e alla inutile difficoltà di consultazione dei documenti per monitorare la compravendita. Data la scarsità del tempo, purtroppo, Di Pietro riesce a illustrare solamente due delle storie seguite da #EUarms, riguardanti la vendita di knowhow e materiali per l'assemblaggio di elicotteri in Turchia e l'esportazione di fucili in Bahrain - ma questo basta a comprendere come, anche in quest'occasione, l'Italia soffra di una serio deficit di trasparenza.

Lorenzo Tobia - volontario press office IJF19