La grande cronaca sul campo, oggi come ieri

“Non basta la formazione, la responsabilità, la deontologia, c’è qualcosa che è molto più importante, che credo debba stare al vertice del lavoro del giornalista: è l’etica del giornalista”. Questo afferma il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho durante il Festival del Giornalismo nell’incontro organizzato in collaborazione con l'Associazione Giornalisti Scuola di Perugia sulla “Criminalità organizzata e cronaca sul campo” alla presenza Tonia Cartolano giornalista di SkyTg24 e Francesco Vitale, caporedattore della Cronaca del TG2.
L’incontro è stato moderato dalla cronista di RaiNews24  Silvia Balducci che ha sottolineato come, nonostante la tecnologia abbia cambiato il lavoro del giornalista, azzerando le distanze, la cronaca sul campo è fondamentale per una verifica dei contenuti e il contatto diretto con le fonti, che sono necessarie per muoversi all’interno di territori ad alta densità criminale.
Le mafie sono dappertutto. Sono inserite nel contesto sociale, e spesso in posizioni di potere. Oggi le mafie hanno una ricchezza sconfinata e oltre a guadagnare con lo spaccio di droga è attraverso gli appalti che riescono a controllare i finanziamenti e i posti di lavoro.
Dopo il terremoto dell’Aquila sono stati istituiti strumenti per prevenire e contrastare il problema delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. “Si è creata una rete di comunicazione, che è fondamentale – puntualizza il Procuratore Cafiero De Raho- per cui ogni impresa può essere passata al setaccio e questo impedirà alle imprese contigue di lavorare”. Grazie alla creazione del Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Infrastrutture e sulle Opere prioritarie e all’istituzione, nel 1992, della una banca dati nazionale SIDNA, che raccoglie le indagini antimafia di tutte le procure distrettuali. Inoltre il 28 febbraio scorso è stato stipulato un Protocollo, che prevede che le istituzioni, devono lavorare in sinergia per impedire alle mafie di infiltrarsi nel territorio.
Il panel si conclude con la domanda sulla latitanza dell’ultimo dei corleonesi: “Entro un anno, Non più di un anno Matteo Messina Denaro verrà sicuramente catturato – risponde il Procuratore Antimafia- Un uomo così non si allontana dal territorio. Bisogna tagliare le reti attorno a lui, identificare coloro che sostengono la latitanza e lavorare con squadre di uomini fedeli alle Istituzioni. Tagliato questo ulteriore giardino fatto di ortiche certamente si arriverà alla cattura.”

Brigida Raso - volontaria press office IJF19