Cosa significa fare slow journalism? Ce lo spiegano Laura Eduati, co-fondatrice Reportageitalia.it, e ‘madrina d’eccezione’ Lucia Annunziata.
Reportageitalia.it è una testata priva di editori che si sostiene grazie al finanziamento dei lettori attraverso lo slogan “un euro un chilometro”. Si tratta dunque di un collettivo di volontari che hanno deciso di investire la propria persona, il proprio talento e il proprio ‘prodotto’ al servizio di un’informazione di nicchia. Come si deduce dal nome, il gruppo di giornalisti, fotografi e videomaker si occupa esclusivamente di reportage, che trovano sì da una parte territorio di divulgazione nella frenesia rappresentata dall’informazione sul web, ma dall’altra riescono a coniugarla con una decisa ponderatezza dei tempi necessari all’approfondimento del ‘vero’ reportage di un tempo, quello in cui l’inchiesta si sviluppa attraverso un’indagine approfondita nei giorni e nei luoghi!
La chiave di questo sito risulta dunque l’interattività con un pubblico che non si limita ad essere finanziatore diretto, ma anche promotore di nuovi report.
Quest’esperimento convince anche Lucia Annunziata che se ne fa promotrice in quanto convinta sostenitrice dello slow journalism, giornalismo ‘lento’ appunto, che anche se non ottiene un corrispettivo in termini di ‘quantità’di lettori, compensa sicuramente con un’indiscussa qualità! Estende il suo intervento anche alla personale definizione del ruolo del giornalista, che reputa un mezzo per far passare un ‘prodotto’ che dovrebbe essere assolutamente personale e poco convenzionale, contrapposto alla mania dilagante dei giornalismo di stile “celebrity”.
Rivolge in chiusura dei consigli agli aspiranti addetti ai lavori, dicendo di stare attenti ai giochi di potere che intercorrono tra quel ‘qualcuno’ e gli editori, che rendono i giornalisti indirettamente imbavagliati in un’ottica che riduce il loro agire in quanto informatori.
Rita Lorena Paone