A scuola di fact-checking

Giovedì 6, ore 9:30, Hotel Sangallo

Al workshop erano presenti gli studenti dell'ITTS 'Alessandro Volta' di Perugia, iscritti all'indirizzo informatica.
Stefano Moriggi, dell'Università di Milano Bicocca, fa ricerca scientifica e si occupa anche di percorsi di formazione nelle scuole finalizzati a sensibilizzare gli utenti al controllo di informazioni diffuse in rete e che spesso sono vere e proprie "bufale". Ha sottolineato che oggi sono sempre più essenziali degli strumenti validi per i professionisti ed esperti del settore per fornire una comunicazione sempre più attendibile. Secondo Moriggi bisogna andare oltre il giornalismo e, quindi, più in generale nella rete che é una esperienza comune per milioni di utenti, entrata ormai nella quotidianità di ognuno di essi. Secondo il professore bisogna aumentare le capacità critiche dei soggetti che usano costantemente la rete: è un esercizio che non si studia sui libri ma che si apprende con l'esperienza e con la pratica. Un altro aspetto sottolineato é quello per cui le notizie inattendibili diffuse sulla rete producono danni, spesso anche gravi.
Nicola Bruno, fondatore Effecinque, giornalista, ha sottoposto agli studenti presenti in sala un test col quale si misura la capacità degli utenti di individuare le "bufale" presenti sulla rete partendo dall'analisi di pochi elementi contenuti nelle informazioni diffuse da questo o quel sito web spesso anche attraverso l'utilizzo dei social networks.
Bruno illustra alcuni metodi pratici. Uno degli indizi per la verifica delle informazioni potrebbe essere la spunta blu che indica la verifica delle pagine Facebook, dei profili Twitter o Instagram. Oppure la ricerca inversa delle immagini o della corrispondenza delle informazioni contenute nell'immagine, così da poterle verificare utilizzando fonti diverse. Il giornalista invita a dare attenzione anche ai commenti pubblicati in calce ai contenuti nei quali spesso gli utenti segnalano la presenta di fake o informazioni scorrette o gonfiate. Nicola Bruno è anche il fondatore di Factcheckers, associazione che vuole diffondere la cultura della verifica delle informazioni in rete. Ha spiegato che bisogna dare attenzione anche ad alcune scelte formali come punti, titolo in maiuscolo, formule accattivanti. In rete sono tante le false testate giornalistiche, quelle che vivono grazie alla pubblicità esasperata e ossessiva. Il giornalista è convinto che la cultura del remix sia assolutamente positiva ma bisogna esserne consapevoli e capire quali possono essere le conseguenze.
Nella seconda fase si é svolta l'esercitazione per gli studenti attraverso la quale hanno provato a verificare una pagina di un sito web, una immagine pubblicata sui social network, e un tweet lanciato in rete. Ė stato chiesto ai ragazzi di valutare l'attendibilità dei contenuti e delle informazioni pubblicate. Le due ore di formazione hanno dato la possibilità di sensibilizzare il pubblico di giovanissimi rispetto a un fenomeno che è preoccupantemente esploso nella rete negli ultimi anni e che, in molti casi, ha avuto ripercussioni anche sulla qualità di notizie diffuse su testate autorevoli. È necessaria, dunque, consapevolezza di quanto avviene a discapito di persone che intendono informarsi in maniera seria e corretta. I giornalisti hanno, ancora una volta, una responsabilità importante nella scelta delle fonti giuste e nella verifica di contenuti nel bacino infinito di internet.

Alessandro Bottone