8 Aprile 2016, Centro Servizi G. Alessi
Titolo metaforico per la conferenza delle ore 11.45 che si è tenuta questa mattina a proposito della condizione attuale della stampa dei paesi dell' ex- Jugoslavia. Speaker: Bosko Jaksic del quotidiano serbo Politika, Saša Leković rappresentante dell'associazione dei giornalisti croati, Marina Lalovic di Radio3Mondo Rai Radio 3, Brabara Matejcic giornalista freelance e reporter. La metafora del titolo trova la sua esemplificazione nel caos che regna oggi nei paesi dell'ex-Jugoslavia in questa era post governo di Josip Broz Tito.
Se prima si poteva contare su una stabilità economica e sociale, secondo Marina Lalovic , nel passaggio dal comunismo alla democrazia i Balcani hanno attraversato una transizione da regime post autoritario sfociata nel caos. Il caos è dato dal capitalismo selvaggio.
"Siamo diversi e questo non è un lusso; siamo giornalisti- ha affermato Bosko - giornalisti oggi come negli anni novanta. Siamo d'accordo con il titolo della conferenza e per questo guardiamo al presente ma non senza il passato". L'idea a lungo dibattuta in Croazia, Serbia e in tutti i paesi che appartenevano all'Unione Sovietica è quella di un giornalismo patriottistico.
Questa accezione che spoglia il giornalismo della sua arma più potente, che è la libertà, è un argomento provocatorio. Questo fenomeno è stato inventato non in Unione Sovietica ma negli USA e negli anni 20' del Novecento è stato un termine utilizzato in modo audace, anestetico.
Non essere giornalisti patriottici non significa essere anti patriottici ma essere trasparenti.
"Da freelance, ho deciso - dichiara Saša Leković di presiedere l' Associazione dei giornalisti croati per cercare di minimizzare il problema e di rafforzare questa professione".
L'auspicio è che la libertà di stampa rimanga tale . Il patriottismo rischia di sfociare nel campanilismo e di produrre un'analisi falsificata. Criticare il proprio paese è fargli un complemento e rendergli onore; spingerlo verso un operato migliore. La critica è un diritto ed una forma sublime di patriottismo, ma: Quanto spasso siamo pronti a farlo nostro questo diritto?
Barbara Matejcic, vincitrice di premi per il giornalismo, ha svolto un reportage post guerra in Ucraina e ha spiegato cosa vuol dire fare questo lavoro in questa circostanza.
La coalizione non solo dei giornalisti ma anche rappresentanti della cultura hanno un minimo comune denominatore: essere uniti nella tragedia e nel caos.
Tra i paesi dell' ex- Jugoslavia che sono entrati nell'UE come la Croazia ed i candidati come la Serbia, nessuno si sente cambiato o in procinto di cambiare. La domanda è piuttosto: Come si sente o si sentirà l'UE ad averci come membri?
Si è parlato anche di Jugo- nostalgia, un concetto lanciato dai social nel quale i giornalisti si sono identificati esprimendo la loro interpretazione. In realtà, la voce interpretativa è una: "Io sono giornalista, il mio nome e cognome è 'giornalista' e a me non importa di quale paese sono cittadino, mi importa solo della stampa libera"- ha asserito Lekovic. I suoi colleghi non hanno esitato a condividere questa dichiarazione.
Se si parla di nostalgia, si parla di nostalgia del passato in cui si pensava al futuro con entusiasmo. Ora siamo in quel futuro, ma non ne siamo entusiasti. Auspicheremo al passato. La nostalgia è un sentimento di chi è avanti con l'età e oggi colpisce i giovani.
Noemi Distefano