Ambiente: giornalismo partecipativo alla ribalta

Ore 16,30 Hotel Sangallo, Perugia

Hanno partecipato:
Chiara Bellini: film-maker e co-fondatrice di “Ecosin”, rete no profit di informazione indipendente con focus su temi socio-ambientali.

Marco Fratoddi: direttore “La Nuova Ecologia”, magazine di Legambiente e segretario di FIMA (Federazione Italiana Media Ambientali).

Daniela Patrucco:  giornalista e coordinatrice e portavoce Comitato LaSpeziaViaDelCarbone costituito nel 2011 nell’ambito del conflitto per la costruzione della centrale a carbone dell’Enel.

Stefano Valentino: Giornalista ambientale Specialista in green economy, blogger di Repubblica.it e fondatore Mobile Reporter.

Alberto Vallerieani:  Presidente dell’Associazione Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa), fondata nel 2008.

Attivismo ambientale, giornalismo partecipativo e grandi testate nazionali possono interagire per formare un nuovo ecosistema informativo? È questa la domanda fondamentale alla quale si è cercato di rispondere questo pomeriggio nella sala Porta Marzia dell’Hotel Sangallo di Perugia durante l’incontro-dibattito “Ambiente: giornalismo partecipativo alla ribalta”.  Luogo d’incontro e di scambio capace di riunire questi attori così eterogenei è Mobile Reporter che, come spiega il suo fondatore Stefano Valentino: “ è una piattaforma che permette ai professionisti dell’informazione di proporre progetti di giornalismo partecipativo cui i cittadini sono invitati a partecipare attraverso contributi di diversa natura. Questi contenuti sono poi vagliati e verificati dai giornalisti che possono eventualmente decidere di svilupparli per realizzare un prodotto editoriale finito”.
La piattaforma ha dunque come obiettivo di consentire uno scambio alla pari fra giornalisti, cittadini e attivisti locali perché possano trarre da questa collaborazione un mutuo vantaggio.
“Il mondo della comunicazione e quello dell’attivismo ormai vivono sullo stesso piano nel campo dell’informazione” afferma Chiara Bellini “l’ambiente, nel senso generale del termine, è diventato un ombrello sotto il quale convivono diversi aspetti: per trattare in maniera responsabile questo tema bisogna essere  esperti un po’ di tutto, e questo è difficile. Spesso solo chi lavora sul campo è veramente informato poiché possiede informazioni cui i giornalisti non hanno accesso.”
Chi fa informazione può, infatti, contribuire a superare due ostacoli che queste associazioni spesso incontrano sul loro cammino: il mancato accesso ad alcuni contatti, luoghi e informazioni, e la mancanza di visibilità della loro documentazione e delle loro iniziative.  Alberto Valleriani - che ha collaborato con Chiara Bellini alla realizzazione del documentario “#IlSaccoChimico – Il futuro contaminato” da oggi disponibile sulla pagina Ambiente di Repubblica.it. – afferma: “Mandiamo informazione a raffica ma raramente otteniamo dei feedback dall’informazione. Sono in pochi poi i veri giornalisti che s’interessano a questa causa, verificano le fonti…”.
Dello stesso avviso anche Daniela Patrucco che spiega come sia proprio la constatazione della mancanza d’informazione su alcuni temi ambientali che spesso spinge gli attivisti a cominciare a scrivere.
Affinché queste iniziative abbiano un impatto reale e coinvolgano un pubblico ampio, è però necessario che esse siano visibili anche al grande pubblico. A questo scopo, la piattaforma Mobile Reporter offre alle testate giornalistiche tradizionali la possibilità di scaricare un widget e di inserirlo sul proprio sito. Anche in questo caso, come precisa il direttore de “La Nuova Ecologia” Marco Fratoddi, tra giornalismo partecipativo e giornalismo “mainstream” lo scambio risulta reciproco poiché se da  un lato la pubblicazione del widget consente di dare visibilità a un lavoro finito di alta qualità realizzato da un “narratore di professione” e  di drenare dalle realtà locali dei materiali essenziali,  dall’altro questo approccio può ibridare il giornalismo “mainstream” che resta tutt’ora essenzialmente frontale e poco incline alle innovazioni.

Fabiana Liguori