BRAND E BUSINESS MODEL: ALLA RICERCA DELLA SOSTENIBILITA ECONOMICA

15:30 - Teatro della Sapienza

Si è aperta in leggero ritardo il panel discussion sul Brand e Business model alla ricerca della sostenibilità economica. Non è stata presente Emily Bell, sostituita da Lucy Markers, economista di grande valore e conosciuta a livello europeo. Hanno partecipato come relatori anche Om Malik, fondate di Gigacom, Raju Narisetti, vicepresidente del News Corp e Felix Salmon, di Reuters. Ha moderato l’incontro Claudio Giua, del Gruppo L’Espresso.

Si è parlato del brand e delle iniziative che si stanno sviluppando sulla rete, di paywall, di quanto l’evoluzione della tecnologia sta contribuendo a cambiare il giornalismo classico. Gli interventi hanno mirato a una continuo scambio di idee e hanno creato una discussione che ha visto ogni relatore discutere con gli altri per tre o quattro minuti al massimo su ogni tema sollevato.

«Mi occupo di trovare nuovi mezzi per comunicare l’informazione» ha detto Felix Salmon «Abbiamo tanti contenuti digitali che da blogger potevo soltanto sognare. Quando succede qualcosa, online si possono utilizzare diversi mezzi, scegliendo quelli migliori per raccontare ogni storia», ha continuato.
Raju Narisetti, che invece rappresenta un’azienda tradizionale, ha raccontato di non credere che potranno sparire i quotidiani, soppiantati dai giornali online o sui tablet: «i quotidiani esistono e rimarranno, noi ci crediamo fortemente, non spariranno in un breve periodo. Tutto ciò implica che le risorse dovranno essere impiegate in questo senso».

Si è poi parlato di paywall, un sistema che permette di usufruire di un contenuto web soltanto dopo aver sottoscritto un pagamento. La riflessione generale e condivisa, è stata quella di Om Malik che ha insistito sull’importanza di valorizzare la creazione di qualcosa per cui valga la pena pagare. Non si può chiedere a un utente di pagare per qualcosa di cui prima fruiva gratuitamente perché non funzionerà mai.

La riflessione conclusiva è stata quella sollevata da Giua, e cioè se è necessario modificare il giornalismo a seconda del tipo di devices che la tecnologia lancia. I relatori hanno concordato che è importante capire il punto di vista delle persone perché bisogna soddisfare le esigenze di chi legge perché essi possano consumare i contenuti. Lucy Markers ha poi sottolineato che il ruolo del giornalista è un ruolo pubblico e, di conseguenza, è un ruolo etico che deve mettersi al servizio delle persone.

La discussione si è conclusa dopo circa un’ora e venti minuti.

Federica Papapietro

@FedePapapietro