Com’è difficile informare: il caso degli ogm

Ore 16 Sala Raffaello, Hotel Brufani

Giovanni Carrada, di Superquark, ha introdotto il panel sottolineando che la spinosa questione ogm risale ormai a diversi anni fa, a partire dalla metà degli anni '90 quando per la prima volta ha dedicato un servizio televisivo all'argomento nella popolare trasmissione di Rai Uno: servizio che ricevette molte critiche, oltre a una interrogazione parlamentare. Carrada ha spiegato la persistenza di una considerazione negativa che in Italia riguarda gli ogm in quanto considerati pericolosi e dannosi per la salute della persone e dell'ambiente.
Nel tempo tutto ciò ha portato a una separazione tra mondo dei media e quello della ricerca scientifica, entrambi incapaci di spiegare e comunicare anche aspetti non di poco conto e con sviluppi potenzialmente importanti. I danni hanno interessato, secondo Carrada, anche imprenditori e agricoltori, visto che a oggi gli ogm possono essere importati in Italia ma non prodotti sul territorio razionale. Poi ha sottolineato la difficoltà dei giornalisti italiani di informarsi sul settore, sulla mancanza di fonti attendibili e di dati precisi, e su come gli organismi geneticamente modificati siano stati trattati in maniera ideologica, senza un distacco "laico" sull'argomento.
Beatrice Mautino, giornalista scientifica e scrittrice, é coautrice di 'Contro Natura', un testo in cui ha raccolto informazioni, pareri, idee contrastanti sugli ogm, anche colmando un vuoto di adeguata conoscenza sul tema. Un modo di fare chiarezza su tanti allarmi e preoccupazioni dei consumatori. Una operazione nella quale si rivela l'importanza del ruolo e del lavoro del giornalista.
Anna Meldonesi, giornalista de Il Corriere della Sera, ha riflettuto su come un periodo storico particolare ha gettato sospetto sugli ogm, cosa che ha portato anche una spaccatura nel mondo della ricerca. Ha sottolineato i troppi errori da parte dei giornalisti che, molto spesso, hanno aderito all'idea anti-ogm senza una conoscenza adeguata del tema.
Troppi errori soprattutto nel giornalismo scientifico. Michele Morgante, genetista dell'Università di Udine, ha parlato dell'atteggiamento "moderato" che ha finito per danneggiare l'intera categoria dei ricercatori italiani, sempre impauriti di perdere il sostegno, soprattutto economico, da parte della politica.
L'errore, dice, é stato anche quello di non essersi affidati a esperti di comunicazione per spiegare le nuove tecnologie per aumentare la quantità e qualità dei prodotti, ma non solo. Tutto ciò è dipeso anche dalla reputazione che in Italia è affidata alla comunità scientifica rispetto ad altri paesi europei.
Dunque le innovazioni genetiche nell'alimentazione, ottenute grazie alla ricerca, sono state bandite come prodotti pericolosi. Le responsabilità investono diverse figure: operatori della comunicazione, ricercatori e politici in particolare.

di Alessandro Bottone