Come i media coprono la politica “estremista e razzista”

Protagonisti della tavola rotonda di questa domenica mattina al teatro Pavone sono i portavoce delle più grosse testate giornalistiche europee e l’argomento che discutono è sicuramente uno dei più scottanti dell’attualità: come i media coprono la politica “estremista e razzista”?

Moderatore della discussione è il nostro Beppe Severgnini, dal Corriere della sera, che ricorda l’importanza nonché il peso delle ‘parole che sono pietre’ e la responsabilità del giornalista/informatore nella divulgazione della verità!

Il giornalismo è un lavoro molto importante per la democrazia e bisogna stare attenti a permettere che il potere utilizzi le piattaforme dei giornali per veicolare informazioni di parte.

Ferai Tinç, editorialista dell’ Hurriyet, parla di come in Turchia sia necessario pesare anche il linguaggio con il quale ci si riferisce alle varie minoranze etniche in lotta tra loro, definendole in modo poco preciso “separatisti”! Sostiene la necessità di far passare le informazioni, di far sapere alla gente come si comportano gli estremisti, perché è importante far sapere qual è la posizione di un giornale, e questa è  responsabilità degli editorialisti. Ma al tempo stesso quest’informazione è controllata da un governo che tiene 62 giornalisti in prigione e che il primo ministro stesso definisce, scrollandosi le spalle dalla loro responsabilità, terroristi!

In quanto cittadini abbiamo il diritto di essere informati per poi poter articolare e portare avanti una linea di pensiero basata su informazioni reali.

Ma quanto è diffuso l’uso di internet come mezzo di informazione?

In paesi come la Russia dice Galina Sidorova, ex direttore Sovershenno Secretno,  i social media si sono dimostrati mezzi fondamentali nell’organizzazione di manifestazioni estremiste avvenute nelle piazze moscovite.

In molti casi poi, sulle testate più importanti non si può parlare della corruzione della classe politica, e anche in questo caso internet diventa un fondamentale veicolo d’informazione!

Alexandra Föderl-Schmid, primo direttore donna di una testata austriaca, Der Standard, sottolinea la responsabilità dei giornalisti nel saper gestire un’informazione, perché un modo scorretto di divulgarla potrebbe diventare addirittura propaganda per un leader estremista!

A questo punto interviene Anthony Mills,  press freedom manager International Press Institute, che raccontando il proprio lavoro di reporter a Beirut, sottolinea quanto sia sottile e pericolosa al tempo stesso l’operazione di riporto di un servizio e come potrebbe erroneamente essere trasformata in propaganda. Parla anche del delicato rapporto che intercorre tra la CNN e FoxNews, e come quest’ultima sia responsabile di aver tradito i principi fondamentali del giornalismo, dando al consumatore l’informazione che vuole e non quella che merita!

Rita Lorena Paone