Come può il data journalism salvare la tua redazione?

Come può il data journalism salvare la tua redazione? Su questo tema si sono confrontati oggi nella sala Raffaello dell'Hotel Brufani alcuni tra i pionieri di questo nuovo tipo di giornalismo, che oggi si rivela sempre più efficace nella presentazione e nella credibilità delle storie che si raccontano. L'evento si inserisce nel ciclo di incontri della scuola di Data-Driven Journalism, che si propone di aiutare i giornalisti a conoscere strumenti e tattiche per lavorare meglio con i dati per poterne ricavare il massimo valore. L'incontro è stato moderato da Guido Romeo di Wired, cha ha sapientemente saputo guidare il pubblico attraverso le esperienze e le testimonianze dei relatori.

Simon Rogers ha raccontato la sua esperienza in questo settore come direttore del datablog del The Guardian, uno tra i giornali più all'avanguardia in questo campo, spiegando come in realtà il data journalism non sia un fenomeno nuovo, ma piuttosto è nuovo il modo in cui i dati vengono utilizzati e analizzati. Anche Mirko Lorenz, giornalista del Deutsche Welle e architetto dell'informazione, ha illustrato i vantaggi che possono derivare dall'adozione di un modello di business che punta sul valore della fiducia del lettore nel giornale, sulla formazione dei giornalisti e sull'adozione di strutture più efficaci per l'analisi dei dati.

Dan Nguyen di ProPublica ha mostrato i modelli adottati per l'impaginazione dei dati in modo da renderli visibilmente chiari a tutti i lettori, sottolineando come non basti saper raccogliere e analizzare i dati, ma vada data grande importanza anche al modo in cui i dati vengono esposti, per non rischiare di renderli inefficaci.

Sulla stessa linea Aron Pilhofer, direttore delle interactive news del New York Times, che con il suo team sviluppa piattaforme per impaginare i dati. Pilhofer ha spiegato come l'uso di piattaforme ben studiate che permettano una chiara visione dei dati sia utile sia per rafforzare l'immagine della propria testata online, sia per raccogliere fondi pubblicitari.

Caelainn Barr ha infine raccontato la sua esperienza di data journalist  durante l'investigazione condotta per il Financial Times sui fondi strutturali europei, raccontando le difficoltà incontrate quando si lavora con una grande quantità di dati in diversi formati, come le è successo durante l'analisi dei dati sui fondi italiani.

Il data journalism forse non basterà a salvare una redazione, ma non si può oggi pensare di non tenere conto di queste tecniche per lavorare con la grande quantità di dati disponibili, per creare storie che rendano il lettore, e ancor prima il giornalista, pienamente consapevole dei complessi fenomeni socio-economici dell'attualità.

Beatrice Cuniberti