Costruire, proteggere e promuovere un brand è oggi una necessità, che va a intercettare le esigenze e le culture di provenienza dei potenziali clienti. Il panel di oggi, “Raccontare il brand: storie ed esperienze eccellenti di corporate storytelling”, tenutosi presso il Teatro della Sapienza, ha affrontato questo argomento, con la partecipazione di Filippo De Caterina, direttore comunicazione L'Oréal Italia, Carlotta Ventura, del senior VP brand strategy & media di Telecom Italia, Alessio Jacona, giornalista freelance, la general manager di Uber Italia, Benedetta Arese Lucini e Laura Didoni, del gruppo Luxottica. La necessità è quella di fornire risposte più specifiche possibili per ogni tipo di persona. «La bellezza è un concetto diverso in ogni parte del mondo, per questo motivo è necessario rappresentare identità di marca in modo coerente su tutti i mezzi di comunicazione» ha spiegato Filippo De Caterina. A complicare le cose, il fatto che negli ultimi dieci anni il mondo è cambiato radicalmente, principalmente dal punto di vista della comunicazione, con l'abbattimento di confini e la mutazione dei canali adibiti alla comunicazione. Caso diverso per Uber, che con un semplice passaparola ha creato e promosso un vero e proprio marchio, sviluppando un metodo nuovo di trasporto. Il marchio, in questo caso, è stato creato dagli utenti: «il nostro brand cresce e nasce grazie ai consumatori che raccontano e condividono la propria esperienza. In questo modo il brand si diffonde, restando sempre sul piano del rapporto tra consumatori» ha aggiunto Benedetta Arese Lucini, di Uber Italia, sottolineando come, con questa pratica, la società sia riuscita a diffondersi in 300 città e 56 paesi del mondo in soli 5 anni, con una rivoluzione del mercato, ottenuta eliminando il rapporto tra aziende e consumatori.
Valerio Lai