Le intercettazioni di massa, la raccolta online dei dati degli utenti, il coinvolgimento di enti istituzionali e aziende nella trasmissione di dati sensibili: ecco i principali temi affrontati dai due relatori durante l'incontro. All'intervento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia e dunque particolarmente interessato alla tematica dei diritti umani, si è affiancato il commento tecnico di Angelica Bonfanti, docente di Diritto internazionale all'Università degli Studi di Milano.
L'obiettivo era capire se – e come – fosse possibile evitare la diffusione dei software spia e dei servizi di intercettazione, soprattutto in paesi dove ciò comporta un'ingerenza dello stato nei diritti dei suoi cittadini, che va ben oltre l'uso legittimato da un interesse pubblico.
Un ruolo importante, in questa direzione, è svolto dall'OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), creata proprio per supervisionare i principali accordi commerciali tra i paesi membri. L'organizzazione, tuttavia, negli anni si è mostrata poco propensa a valutare questo tipo di situazioni, preferendo al contrario incentivare l'abbattimento di barriere o blocchi commerciali. Resta dunque il problema della diffusione incontrollata di questo tipo di programmi, in grado di controllare i dati sensibili degli utenti, ma anche delle leggi nazionali, che prevedono l'acquisizione da parte di uno stato dei dati dei suoi cittadini. In Europa, la tutela della privacy è discretamente salvaguardata, ma non si può dire lo stesso per il resto del mondo. In particolare, nazioni come Cina (emblematico il caso che ha coinvolto Apple), Messico, Medio Oriente e regimi dittatoriali si servono spesso di virus o phishing per tenere sotto controllo i loro attivisti e dissidenti politici, violandone gravemente i diritti fondamentali.
Per il momento – conclude Bonfanti – l'unica soluzione possibile sarebbe un autocontrollo da parte delle aziende produttrici dei software, che, prima della transazione commerciale, dovrebbero valutare l'acquirente e considerare un possibile uso improprio del prodotto. Sarebbe auspicabile, tuttavia, un intervento a livello internazionale da parte dell'OMC: preambolo indispensabile alle legislazioni di ciascuna nazione.
Rebecca Mellano