“Da #Metoo a #Quellavoltache; il movimento di protesta contro le molestie sessuali”

Si è concluso alle ore 16,30 al Teatro  Della Sapienza l'incontro “Da #Metoo a #Quellavoltache; il movimento di protesta contro le molestie sessuali” con Giulia Blasi, Tiziana Ferrario, Dino Giarrusso, Flavia Perina e Claudia Torrisi. Si parla di molestie sessuali ed abusi attraverso un primo riferimento al “Caso Harvey Weinstein”. Il produttore statunitense accusato di aver abusato di numerose attrici di Hollywood è stato oggetto di un'inchiesta da parte del New York Times che ha messo in luce i risvolti della faccenda. A seguito della vicenda è stato creato un movimento denominato #Metoo formato da numerose donne che hanno preso parola denunciando per la prima volta in modo pubblico gli abusi subiti, attraverso quello che molti hanno definito l'“Harwey effect”. In Italia però la situazione sembra essere diversa. Appare evidente che un reale dibattito sulle molestie sia ad oggi di difficile attuazione e si nota come spesso queste in tv vengano piuttosto trattate come notizie di “gossip”. Caso differente è quello americano. L'indomani dell'elezione di Trump numerose sono le donne che preoccupate dai suoi comportamenti e discorsi sessisti sono scese in piazza a protestare “mettendoci la faccia” facendo sì che i movimenti come quelli del #Metoo divenissero i manifesti di questa rivoluzione dal volto femminile. In Italia tuttavia, come sostengono i relatori durante l'incontro, il dibattito sulla questione risulta essere sbilanciato. Nasce comunque il movimento legato all' hashtag #Quellavoltache, grazie a Giulia Blasi, che oggi è anche il titolo di un libro che raccoglie le molestie subite da numerose donne attraverso le loro testimonianze. Giarrusso mette in luce come spesso si pensi per lo più che le donne che nel mondo dello spettacolo denunciano le molestie subite vogliano farlo soltanto per mera acquisizione di maggiore notorietà ma si nota anche come nel caso in cui non trovassero il coraggio di denunciare verrebbero comunque criticate per non averlo fatto. Lo stesso Giarrusso racconta inoltre di come molte donne  che hanno denunciato gli abusi subiti da noti produttori  attraverso un'inchiesta condotta da Le Iene  abbiano trovato successivamente le porte chiuse da parte di qualsiasi altra agenzia. In Italia sembra dunque che tale tipo di denuncia porti a problematiche di una certa rilevanza. Durante l'incontro la Perina mette in risalto un'altra problematica che pervade questa volta il mondo del giornalismo ossia che fino a quattro anni fa soltanto il 4% delle donne avevano incarichi superiori al capo redattore all'interno delle testate, dati che comunque fanno riflettere di come sia minima la rappresentanza femminile in alcuni ruoli considerati di “maggiore potere”. Anche le firme in prima pagina risultano ad oggi essere in numero nettamente superiore appartenere a volti maschili ed in sala emerge che, uno dei pochi giornali italiani a metterle è La Stampa. L'incontro si conclude con Giarrusso che  sottolinea come in Italia le problematiche inerenti agli abusi sessuali subiti e denunciati nel mondo dello spettacolo non indicano che il nostro sia un paese più corrotto o amorale rispetto ad altri, piuttosto quello che preoccupa maggiormente è la reazione che l'Italia ha rispetto ad altri paesi ha nei casi citati.

Federica Gorgone