Dal teleschermo al monitor, il percorso della notizia

Sala Lippi, ore 10.00

La presentazione del libro “www.viraccontoiltg1.rai.it” della giornalista Rai Alma Grandin ha aperto la seconda giornata di eventi del Festival della Sala Lippi con un dibattito a trecentosessanta gradi sulla transmedialità della notizia. Il panel, moderato dalla giornalista esperta in social media Mariapia Ebreo, ha visto la partecipazione di Piero Gaffuri (direttore Rai Nuovi Media), Giampaolo Colletti (fondatore altratv.tv) e Nicoletta Iacobacci (European Broadcasting Union), oltre ovviamente all'autrice del libro Alma Grandin. “L'idea della redazione online del Tg1 nacque tre anni fa per volontà dell'allora direttore Minzolini che volle creare una piattaforma per fidelizzare sempre di più gli utenti del nostro notiziario – ha raccontato l'autrice -. La nostra redazione è nata dalla confluenza di diverse esperienze giornalistiche, dal mondo della radio come me, passando per la carta stampata e per i più giovani esperti in social network”. Piero Gaffuri, dopo aver sottolineato il confronto ancora impari tra una testata web giovane come quella della Rai rispetto a quelle attive da diversi anni come Corriere.it e Repubblica.it, ha svelato le peculiarità del loro progetto. “I nostri punti di forza  sono la velocità e la vocazione ad un continuo flusso di notizie, sul modello di Rai News24 – ha spiegato -. Ogni testata è giusto che abbia la sua interfaccia sulla Rete, facendo però attenzione ai social network dove spesso il flusso delle notizie è compulsivo a discapito della qualità delle notizia”. Giampaolo Colletti, sfruttando la sua esperienza con altratv.tv, si è soffermato sullo sviluppo delle webtv in Italia e della crisi che stanno iniziando a sentire, soprattutto per la mancanza di modelli di sostenibilità nel citizen journalism. In chiusura Nicoletta Iacobacci, ha fatto chiarezza sulle differenze tra transmedialità e crossmedialità. “Il cross è fondamentalmente lo stesso contenuto su piattaforme diverse – ha spiegato -. Quando parliamo di transmedialità invece si considera lo spalmare un contenuto su diverse piattaforme. L'esempio più lampante è la Chiesa che da duemila anni racconta la stessa storia su ogni tipo di piattaforma, dagli affreschi agli arazzi fino al recente profilo Pontifex su twitter”.

Matteo Agnoletto