Dare fiducia alla rete 2.0, tra Cloud e SSL

Sala Priori, ore 16.00

Alessio L.R Pennasilico, security evangelist di Alba ST, riconosciuto a livello internazionale come esperto di sicurezza informatica, spiega quali sono i rischi che possiamo correre utilizzando Internet, che ormai è diventato un elemento quotidiano, non solo per l’intrattenimento, ma anche per il lavoro e per la comunicazione in generale.
Quello che succede su internet influenza completamente la realtà di ogni giorno. Ma, secondo il rapporto Clusit 2013 (associazione che si occupa di raccogliere i dati sugli incidenti informatici, l’analisi del mercato) , emerge che utilizzando Internet sicuramente potrebbe succedere qualcosa, e le protezioni tradizionali non sono efficaci.
Nel 2012, il numero degli attacchi noti che hanno prodotto danni di qualsiasi tipo è aumentato del 252%, su qualsiasi piattaforma o sistema. Alcuni attacchi inoltre, hanno un importante ritorno economico.
Il dramma italiano esistente e già pericolosamente in aumento, è lo spionaggio industriale informatico, che sempre di più fa da argomento della cronaca quotidiana.
Il problema è che l’uso di Internet e della tecnologia aumenta sempre di più, ma la nostra conoscenza su come utilizzare questi strumenti è veramente scarsa.
Chi ci attacca? Quando pensiamo all’hacker ci viene in mente “un curioso eroe romantico, che fa quello che fa solo perché vuole capire come funzionano le cose, oppure un adolescente con l’acne” ironizza Pennasilico. Non è più questo che dobbiamo pensare dell’hacker. Oggi dobbiamo affrontare persone che non hanno una totale conoscenza informatica, ma sicuramente pochissimi scrupoli.
I danni possono essere di qualunque entità e tipo, e possono colpire chiunque, da grandi aziende a singoli utenti, da imprenditori milionari a istituzioni pubbliche. Una delle cose che viene denunciata maggiormente  è il furto d’identità - e in questo sono coinvolti soprattutto i nuovi social network -  a cui poi si susseguono danni di immagine, ripercussioni sul credito.
Il Cloud ha un problema drammatico: è un sistema offre un servizio, e che quindi lo controlla.
È poco quello che si può fare per proteggersi . Bisogna innanzitutto selezionare bene i contenuti che si vogliono affidare al Cloud, anonimizzare le informazioni o criptarle. Purtroppo nessuno di questi provvedimenti sono efficaci completamente o inespugnabili.
Tirando le somme “La paranoia è una virtù”, meglio proteggersi prima che correre ai ripari dopo. Ripari, che probabilmente saranno del tutto inutili.

Stefania D’Orazio